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Vaccino Sputnik, l'Europa non lo vuole: ecco perché

Interessi economici di alcune case farmaceutiche alla base delle scelte europee. Sputnik ed Astrazeneca osteggiati a favore di Pfizer

23 Marzo 2021

Covid vaccino

Covid vaccino (fonte foto Lapresse)

E’ stato il primo vaccino ad essere registrato, ha già ricevuto il via libera di circa un cinquantina di stati ed in ben diciotto è già somministrato alla popolazione. Stiamo parlando del vaccino russo Sputnik V, in Europa al palo dallo scorso agosto ed ora in attesa del nulla osta dell’Ema, con ritardi nelle tempistiche e nelle autorizzazioni per lo meno sospetti.

In attesa di sapere se tra tre settimane, esattamente il 10 aprile, il vaccino russo supererà la prima prova della procedura europea per la sua approvazione, le parole del commissario europeo Thierry Breton alla Tv francese Tf1 non fanno presagire nulla di buono: "Non ne avremo assolutamente bisogno. Daremo priorità ai vaccini fabbricati sul territorio europeo". Una chiusura che, vista l’emergenza vaccini ed il caos legato ad Astrazeneca non sembra motivato, anche, perché i riscontri di un nuovo studio pubblicato dalla rivista Lancet confermano l’efficacia del vaccino al 91,6%, perfettamente in linea con tutti gli altri già approvati.

L’impressione è che, nonostante la corsa ai vaccini sia sempre più in salita, l’Europa non abbia fretta di approvare lo Sputnik, anzi, sembra piuttosto il contrario. La preoccupazione dell’Unione sembra più di tipo strategico: si vuole evitare di rafforzare economicamente e politicamente la Russia. In Europa, per esempio, non è piaciuta la scelta italiana di produrre autonomamente il vaccino attraverso l’accordo firmato tra  il Russian Direct Investment Fund (Rdif) e l'azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech, che porterà in due stabilimenti alla produzione e fornitura di 10 milioni di dosi tra luglio 2021 e gennaio 2022.

Gli interessi economici, in particolare quelli delle case farmaceutiche sembrano, purtroppo, essere le discriminanti nel favorire la scelta di un siero piuttosto di un altro, tanto che in molti vedono un simile ostracismo nei confronti dello Sputnik simile a quello visto per Astrazeneca, in questi giorni al centro del ciclone mediatico e scientifico. Infatti, anche la sospensione di AstraZeneca ha lasciato qualche perplessità sulle scelte dell’Unione. Significativo che il Paese europeo ad avere avuto il maggiore ruolo nel suo stop sia stata proprio la Germania che punterebbe a sostituire il vaccino inglese con Pfizer, di loro produzione in collaborazione con gli americani. Un modo per avere un ritorno economico e garantirsi un maggiore numero di dosi.

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