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Covid 60 mln di vaccinati entro giugno, Crisanti: "Non dare false aspettative"

Per il virologo è necessaria una campagna vaccinale organizzata ed un lockdown che sia l'ultimo

09 Marzo 2021

Covid, Crisanti

Fonte: lapresse.it

La speranza per uscire dal tunnel del covid, il prima possibile, restano i vaccini ma bisogna restare con i piedi per terra e non ventilare facilmente promesse. E’ questa l’opinione di Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, commentando quello che è l’obiettivo dichiarato del Governo: 60 milioni di somministrazioni entro fine giungo. "Come ha detto Draghi, bisogna promettere quello che si può fare. Penso che non si debbano dare aspettative alle persone come in 3 mesi vacciniamo 50-60 milioni di cittadini”  ha affermato i virologo  intervistato ad 'Agorà' su Rai3.

Per Crisanti, per avere un’idea realistica di quello che si potrà fare bisogna osservare quanto fatto anche dagli altri Paesi: "Bisogna anche vedere cosa hanno fatto gli altri. L'Inghilterra ha immunizzato 20 milioni di persone in 3 mesi e mezzo" e per farlo "ha usato tutto quello che poteva usare: medici di base, pediatri, esercito. Questo ci dà la misura di quello che è possibile fare", dunque "mi accontenterei che riuscissimo ad arrivare a quel risultato".

"Penso che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta: cercare di spegnere la trasmissione e di vaccinare più persone possibili". Quello che serve per il virologo è, comunque, “un piano chiaro e preciso che sia l'ultimo, e perché sia l'ultimo non basta il lockdown e non bastano i vaccini".

"L'agenda quest'anno l'ha dettata il virus, indipendentemente dai governi, se ogni vita conta le misure a disposizione sono poche e sono sempre quelle. Ora abbiamo anche l'arma formidabile del vaccino. La novità è la variante inglese che ha una capacità di trasmissione estremamente elevata e poi c'è la minaccia di varianti potenzialmente resistenti al vaccino, contro le quali ci deve essere tolleranza zero. Laddove si manifestano e c'è un focolaio bisogna chiudere tutto stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel Paese: significherebbe dover resettare l'orologio un anno indietro" ha proseguito nella sua analisi il docente universitario.

"Per arrivare a una situazione in cui i casi" di infezione "diminuiscono drammaticamente", Crisanti vede "tre possibilità: primo, vaccinare oltre la soglia dell'immunità di gregge; secondo, continuare in determinate circostanze distanziamento e mascherine; terzo, finalmente creare un sistema di tracciamento degno di un Paese sviluppato".

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