07 Febbraio 2024
"Dalla Royal Family non trapelano informazioni sulla salute di re Carlo III, figurarsi dai nostri colleghi urologi della London Clinic. Tuttavia, dopo l'intervento per l'ipertrofia prostatica benigna a cui il sovrano è stato sottoposto, possiamo ipotizzare che abbiano trovato un tumore alla prostata, alla vescica o al polmone. Sono infatti questi gli organi sospetti, ma ovviamente siamo nel campo delle ipotesi". Lo spiega all'Adnkronos Salute Vincenzo Mirone, responsabile Ufficio Comunicazione della Società italiana di urologia (Siu), intervenendo sul nuovo capitolo che si sta aprendo per re Carlo dopo l'avvio di un trattamento contro il cancro che gli è stato diagnosticato in seguito all'intervento alla prostata della settimana scorsa.
"Quando eseguiamo un intervento per l'ipertrofia della prostata - sottolinea Mirone - facciamo poi analizzare i tessuti oggetto della resezione dall'anatomopatologo". L'esame istologico della prostata asportata "a volte può evidenziare la presenza di cellule tumorali - aggiunge Giuseppe Carrieri, presidente degli urologi italiani - della cui conoscenza prima non sapevamo nulla. Quanto è successo ai colleghi della London Clinic è accaduto a tutti gli urologi, ovvero scoprire un tumore dopo un banale intervento alla prostata. Nella pratica urologica è comune anche se, fortunatamente, i casi sono in diminuzione".
E se per Carrieri "il tumore di re Carlo III molto probabilmente interessa la prostata", nonostante da Buckingham Palace escludano che il tumore interessi questo organo, Mirone azzarda altre ipotesi: "Oltre alla prostata, i miei sospetti vanno anche su vescica e polmone, sebbene l'organo più vicino alla prostata sia l'intestino, in particolare il colon retto. Nessuna idea personale, ma solo le ipotesi più plausibili", conclude di Francesca Filippi.
Secondo Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell’ospedale Sandro Pertini di Roma: “Quando un personaggio importante come Carlo III si sottopone ad un intervento come quello per l’ipertrofia della prostata, prima della procedura vengono eseguiti esami importanti come la Tac ed è difficile che durante l’intervento o nel perioperatorio vengano scoperti dei problemi oncologici di altra natura. Le ipotesi che possiamo fare è che ci sia un problema locale, i colleghi inglesi sono entrati endoscopicamente nella prostata del paziente attraverso l’uretra, hanno analizzato la vescica e hanno trovato un tumore vescicale. Questa è la prima ipotesi con le poche informazioni che abbiamo”.
“Altro discorso può essere avvenuto se nello screening preoperatorio è stata fatta una lastra ai polmoni e i colleghi possono aver trovano una formazione sospetta oppure hanno notato nel sangue una alterazione dei globuli bianchi, forse una leucemia. Con l’età di Carlo III ci potrebbe stare. Mi sentirei di escludere un cancro al fegato, al pancreas o all’intestino”. Secondo Antonini, un tumore in altri organi “sarebbe stato visto da una tac fatta prima dell’intervento che avrebbe mostrato segnali d’allarme oncologici. Questo ragionamento è corretto se si esclude che il tumore sia invece alla prostata. Infatti, se è stata fatta una resezione prostatica sul materiale preso in esame ed è stato trovato un incidentaloma del tumore prostastico con cellule tumorali si può procedere e risolvere bene con la radioterapia. Ma al momento le informazioni sono centellinate e rimaniamo nel campo delle ipotesi”.
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