Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Celestiali opere artistiche.

Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini e la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana propongono opere di “straordinaria importanza artistica e di intensa rilevanza religiosa, poco note alla contemplazione del grande pubblico”.

14 Dicembre 2024

 

E’ davvero necessario riconoscere che le principali istituzioni culturali facenti capo alla Curia di Milano (rispettivamente il Museo Diocesano Carlo Maria Martini e la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana) propongono in questo periodo alcune sublimi opere di “straordinaria importanza artistica e di intensa rilevanza religiosa, poco note alla contemplazione del grande pubblico”. Quando, nel 2001, il neo costituito Museo Diocesano riuscí a portare dai Musei Vaticani a Milano un’opera di elevatissimo significato estetico e concettuale come la “Deposizione” del Caravaggio, nessuno avrebbe scommesso che l’iniziativa “Un capolavoro per Milano” avrebbe virtuosamente inaugurato un’importante serie di occasioni consimili tanto che lo stesso Comune di Milano si sarebbe sentito quasi in dovere di emularla: si introduceva infatti cosí una consuetudine culturale dialettica di sempre maggiore interesse per la città. Grazie alla raffinata collaborazione con importanti musei del mondo (dai Musei Vaticani alla National Gallery di Dublino, agli Uffizi di Firenze, alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, al Kimbell Art Museum di Fort Worth nel Texas, ecc.), il Museo Diocesano ha proposto importantissime mostre espressamente commentate in una esposizione didattica dotata di un esauriente catalogo critico. Quest’anno (dal 29 ottobre al 22 febbraio 2025), il Museo Carlo Maria Martini propone la tavola che rappresenta l’“Adorazione dei Magi” di Sandro Botticelli (Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi; Firenze 1 marzo 1445 – 17 maggio 1510) (fig. 1).               Come si legge sull’esauriente catalogo a firma di Nadia Righi: «Realizzata intorno al 1475, l’Adorazione dei Magi fu commissionata da un ricco uomo d’affari dell’epoca… per la cappella dedicata ai Magi nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. In seguito alla caduta in disgrazia del mecenate, l’opera entra nella collezione della famiglia dei Medici, come si evince dagli inventari di fine XVI secolo, e viene esposta agli Uffizi a partire dal 1796. Il tema dell’Adorazione dei Magi … intendeva rendere omaggio ai Medici, sostenitori della confraternita fiorentina Compagnia dei Magi, con sede a San Marco, a Firenze. La tavola, oltre al suo profondo significato religioso, racchiude in sé numerosi riferimenti alla società fiorentina del tempo. Botticelli, infatti, inserisce nel dipinto ritratti di personaggi illustri. Tra questi, si riconosce lo stesso Botticelli, raffigurato come un giovane uomo biondo, e il committente Gasparre del Lama, ritratto come un uomo anziano con un manto azzurro». Teresa Monestiroli commenta l’opera su “Repubblica” aggiungendo che la tavola mostra «L’abilità ritrattistica del maestro del Rinascimento, l’uso magistrale del colore e la dovizia di particolari che impreziosiscono gli abiti della folla venuta al cospetto del figlio di Dio».  Per un’interessante coincidenza (in attesa che esso venga definitivamente ricollocato nella sua sede di San Nazaro) Chiesa dei Santi Apostoli e di Nazaro Maggiore, oggi nella sede del Diocesano è possibile ammirare anche il grandioso retablo che rappresenta una curiosissima “Adorazione dei Magi” fiamminga. Questo gruppo scultoreo ligneo è stato realizzato a Bruxelles attorno alla fine del XV secolo; esso è affollato da ben nove persone che costituiscono il corteo dei Magi provenienti dall’Oriente e da una moltitudine di figure scolpite quasi a tutto tondo (fig. 2).      Può essere utile ricordare che i retablo sono apparati artistici presenti specialmente nelle chiese di cultura spagnola e, fra l’altro, in gran numero anche nell’America latina: si tratta generalmente di grandi pale d’altare contenenti gruppi scultorei inquadrati in elaborate e ricche architetture lignee.     Paola Strada e Alessia Devitini cosí commentano l’opera presentata per la prima volta dopo il restauro: «Capolavoro della scultura rinascimentale dei Paesi Bassi meridionali, il retablo dei Magi è una grandiosa “macchina d’altare” della fine del XV o degli inizi del XVI secolo che appartiene alla chiesa milanese dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore.    In legno di quercia, composto da una cassa che contiene raffinate sculture a tutto tondo e altorilievi finemente dipinti e dorati, il retablo è stato realizzato a Bruxelles nell’atelier dello scultore fiammingo Jan II Borman (1460 ca. – 1520 ca.).   L’eccezionalità del retablo di San Nazaro è dovuta al fatto che si tratta dell’unico esemplare noto di questa famosa bottega ad aver mantenuto la policromia e l’apparato decorativo originali e una delle pochissime ancone fiamminghe conservate in Italia, addirittura nella sua destinazione originaria. La sua presenza a Milano è legata alla figura di Protasio Bonsignori da Busto, un ricco mercante che commerciava vetro e metalli in particolare con l’area germanica e che in uno dei suoi viaggi di lavoro …dovette acquistare o addirittura commissionare l’ancona per la propria cappella». Chi vorrá visitare l’ottimo allestimento dedicato alla tavola del Botticelli organizzato per riflettere sull’imminente Natale, avrá modo di rivedere, in altra parte del Museo, il prezioso Presepe di carta realizzato nel 1700 da Francesco Londonio (fig. 3). Alessia Alberti e Alessia Devitini, che hanno curato il catalogo della preziosa composizione, così riferiscono: «Generosamente donato al Museo da Anna Maria Bagatti Valsecchi nel 2018, il presepe è stato oggetto di uno scrupoloso intervento di restauro. Si tratta di circa sessanta figure, dipinte su cartoncini sagomati, alte fra i trenta e i sessanta centimetri, che costituivano almeno tre diversi nuclei di presepi di carta: due assegnabili al maestro Londonio; il terzo, probabilmente, ha un suo “imitatore” ».           Come ulteriore contributo alle riflessioni sull’imminente Natale, alla Veneranda Pinacoteca Ambrosiana è invece possibile ammirare l’“Adorazione dei Magi” dipinta da Andrea Meldolla detto “lo Schiavone” (fig. 4): essa è stata restituita proprio in questi giorni al pubblico godimento dopo l’importante restauro avvenuto presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino.   I curatori della mostra così riferiscono: «Andrea Schiavone, pittore e incisore dalmata, visse a Venezia in un’epoca che ne definì il destino artistico. La sua Adorazione dei Magi, dipinta attorno alla metà del XVI secolo, mescola con naturalezza l’eleganza manieristica del Parmigianino con la vibrante fisicità della scuola veneta.   Una imponente colonna tortile, a sinistra, funge da fulcro visivo e simbolico: un riferimento alla solidità della fede o forse alla fragilità dell’umanità che cerca un appiglio divino. Accanto ad essa, un re inginocchiato compie il gesto del bacio al Bambino, stringendo lo spettatore in una scena dinamica, quasi onirica. La pittura, densa e materica, sembra trascendere la semplice rappresentazione per entrare in una dimensione più evocativa».         Con questa importante occasione, la Pinacoteca istituita da Federico Borromeo propone anche un interessante percorso detto “Il cammino dei Re”: si tratta di un’affascinante “mostra diffusa” fra le altre importanti opere che essa conserva: questa si conclude con l’esposizione di tre importanti gruppi scultorei provenienti dal Museo del Presepe di Dalmine sistemati nel sotterraneo della Chiesa di San Sepolcro.     Come piú sopra accennato, anche quest’anno la cittá di Milano ha voluto arricchire le riflessioni natalizie dei milanesi presentando, nella Sala Alessi di Palazzo Marino (dal 4 dicembre al 12 gennaio 2025) la monumentale pala detta “Madonna di San Simone” (“Madonna con il Bambino e i Santi Simone e Giuda”) (fig. 5): essa è stata realizzata da Federico Barocci tra il 1566 e il 1547 e proviene dalla Galleria Nazionale delle Marche.    I curatori della Mostra sostengono che «L’opera in mostra a Milano, città con la quale l’artista ha intrattenuto importanti e continuativi rapporti per alcune opere (in particolare per la Fabbrica del Duomo), è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile… Un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza».    La grande pala del Barocci è accompagnata da un prezioso disegno autografo dell’artista (conservato a Milano presso il Gabinetto dei Disegni del Castello) che consente di apprezzare ancor meglio i modi del percorso creativo del grande urbinate assai legato alla “lezione di Raffaello”.       Fra le molteplici realtá museali che Milano ospita in questo fecondo periodo culturale prenatalizio mi piace infine riferire che un raffinato antiquario milanese propone dal 6 al 24 dicembre 2024 in via San Giovanni sul muro 3 Galleria Cesati, la curiosa miniesposizione “Adorazioni; piccoli teatri di devozione privata”. In una nota del curatore si sottolinea che:«Questa mostra nasce così dall’idea di porre a confronto poche ma significative opere che testimoniano l’enorme fortuna che le Adorazioni dei Pastori e dei Magi hanno goduto nel corso dei secoli attraverso innumerevoli interpretazioni realizzate con materiali e tecniche artistiche fra le più diverse». In essa spicca un affascinante gruppo ceroplastico policromo attribuito al siciliano Giovanni Rosselli (fig. 6) e uno spettacolare  rilievo ceramico realizzato dallo scultore fiorentino Girolamo Ticciati (fig. 7).

 

 

 

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x