28 Ottobre 2020
Giulio Regeni (LaPresse)
La Procura di Roma è pronta a chiudere le indagini in relazione al rapimento, alle torture e all'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso nel febbraio 2016 al Cairo. Infatti, si avvicina la scadenza dei due anni dall'iscrizione nel registro degli indagati (4 dicembre) da parte del pm Colaiocco e cinque agenti della National Security egiziana. Non c'è stato nessun riscontro significativo alla rogatoria inviata alle autorità del Cairo nell'aprile 2019 e nulla è emerso dopo la videoconferenza del primo luglio scorso tra il procuratore Prestipino, Colaiocco e la delegazione di magistrati egiziani. In quell'occasione i pm chiesero risposte in tempi rapidi "sull'elezione di domicilio da parte degli indagati, sulla presenza e sulle dichiarazioni rese da uno degli indagati in Kenya nell'agosto del 2017, e su altre attività finalizzate a mettere a fuoco il ruolo di altri soggetti della National Security che risultano in stretti rapporti con gli attuali cinque sotto inchiesta". Il vertice con il Cairo in corso da questa mattina non sarà probabilmente l'ultimo dal momento che i team investigativi potrebbero tornare a rivedersi a Roma.
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