18 Ottobre 2025
Roma, 18 ott. (askanews) - Prende spunto dal delitto Casati Stampa, che negli anni '70 alimentò le cronache e il gossip, il film di Andrea De Sica "Gli occhi degli altri", presentato alla Festa del Cinema di Roma nel concorso Progressive Cinema, poi nelle sale dal 19 marzo 2026.
Filippo Timi e Jasmine Trinca sono il marchese e sua moglie, lui ricchissimo e arrogante, lei una bellezza incredibile, all'inizio complice dei suoi giochi erotici nel farsi fotografare mentre intrattiene rapporti con sconosciuti, pagati dal marito, poi lei stessa vittima di quelle ossessioni morbose, uccisa insieme al giovane amante a cui si era legata sentimentalmente; il marchese si tolse la vita poco dopo.
Una tragedia raccontata sotto il sole cocente di un'isola, dove si consuma una relazione di amori e violenze, anche psicologiche, tra aristocrazia, voyeurismi e privilegi. È stata proprio l'isola delle Pontine a ispirare il regista: "Quando sono stato sull'isola di Zannone, dove c'è ancora la villa abbandonata, ho percepito la fascinazione di questo senso di potere, di libertà, che però poi in qualche modo si era trasformato in qualcosa di oscuro e quindi da lì è nata l'ispirazione, questa visione, è nata anche l'idea di avere questo unico palcoscenico che è l'isola, e partendo da lì, visto che è una storia secondo me quella vera che è stata raccontata molto male, perché sono morti tutti, quindi non c'è mai stata una reale inchiesta, allora anche per una forma di rispetto e di libertà personale ho deciso in qualche modo che il mio sguardo potesse andare oltre, un po' anche liberandomi dall'idea di fare una cronaca di una relazione. Questo non è una cronaca ma in qualche modo è un sogno che diventa un incubo".
E Jasmine Trinca sul suo personaggio della bellissima marchesa ha detto: "Stavolta mi sembrava infinitamente interessante provare a fare un ragionamento insieme al mio personaggio, cioè a mettere in discussione tutte le mie convinzioni sull'emancipazione femminile, ma incarnare invece l'oggetto osservato da qualcun altro, non solo dal mio regista, che è il primo che osserva, ma anche da un uomo, che in qualche modo detta le regole di un gioco. Inizialmente questo personaggio femminile dentro questo gioco ci sta e si prende fino in fondo il piacere, il desiderio, la libertà anche dell'espressione del suo corpo e delle sue fantasie, e successivamente invece entra in una crisi profonda. Anche avere la possibilità di raccontare tre tappe così diverse del femminile, mi sembrava un'occasione che dovevo proprio attraversare".
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