23 Settembre 2024
Roberto Cacciapaglia, pianista e compositore milanese, in occasione dell'inizio del suo Tour "Time to be" nei teatri italiani ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Borderlands è il mio ultimo lavoro uscito da pochi giorni ed è primo nelle classifiche italiane e terzo in UK. Adesso lo suonerò. Prima vado a Lerici per Byron, per i 200 anni dalla morte e poi alla Fenice di Venezia, dove lo eseguirò in prima italiana. Sono stato al Parlamento di Scozia il 19 agosto, ho fatto il primo concerto mondiale."
L'ispirazione come nasce?
"Beh, diciamo che sono le terre di confine. Oggi le conosciamo? Quali sono le terre di confine? Il mio lavoro? Diciamo nella musica, almeno nei territori musicali, ho sempre cercato di sconfinare. Penso che la musica possa aiutarci ad andare oltre i limiti, oltre i confini e a condividere invece di dividere. Questa è un po' la proprietà del suono che ci ricollega forse alla nostra vera natura, che è così immensa, eterna e senza confini, appunto."
Il prossimo tour?
"È il tour 'Time to Be', che prende il nome dall'album che uscirà a novembre. Tempo di essere. Ecco, invece di fare, invece di volere una società che è un po' sempre aggressiva ma un po' volitiva, l'essere è il contrario: prima bisogna affermare se stessi e poi, con questa forza, con questa consapevolezza, andiamo verso gli altri. Allora può essere veramente importante essere insieme. Il tour parte il 25 marzo all'Auditorium Verdi a Milano, al Parco della Musica a Roma, al Teatro di Fiesole, a Firenze, a Verona, a Perugia, al Duse di Bologna e poi dall'Italia ci spostiamo in UK e in Cina."
Che ricordi ha del periodo Expo 2015?
"Un ricordo straordinario di questo Albero della vita. È un simbolo fantastico che penso abbia portato tante cose fantastiche. Questo albero l'hanno visto 25 milioni di persone, ma a parte il numero, sono i messaggi, il ritorno che è arrivato dell'emozione, della condivisione, che è stato un momento per cui ho solo cose belle da dire."
Cosa hanno lasciato Expo e l'Albero della vita?
"Vedo che c'è un gran giro di persone con interesse culturale e artistico, quindi penso che abbia innescato un movimento di energia, ecco questo poi dipende dagli interessi e dalle cose. Però penso sia stato molto positivo."
Su Gaza una musica potrebbe fare qualcosa?
"Ma la musica è quello che ognuno di noi può fare. Ci sposta e ci fa vedere la nostra natura profondamente e bene, è unione e fratellanza. E la musica forse aiuta. In questo senso, il suono non divide ma condivide questo e quello. Ognuno penso che facendo il proprio lavoro può mettere la sua parte."
Oggi sono morti altri cinque bambini in Libano.
"È una cosa terribile. Non ci sono parole. Io penso che ognuno di noi debba fare un esame di coscienza e cercare di mettere tutto quello che può per fermare questo."
Un genocidio.
"Assolutamente, tutto ciò e la guerra che sono cose terribili. Cercare di riportare a un discorso di pace, di unione, di fratellanza piuttosto che di guerra e di divisione. Queste sono cose che toccano proprio chi è sensibile non può rimanere indifferente in questo."
Musica come attenzione, consapevolezza e distrazione nella musica.
"Quello che cerco di fare è la presenza, questo suono. Essere qua. Perché, diciamo, la musica che distrae ci porta verso l'incoscienza. Invece la musica è arte e ha tanto da darci in termini di essere consapevoli dentro di noi, fuori di noi, di quello che succede; guardiamo il mondo in questo momento: ecco, se rimaniamo consapevoli di noi stessi possiamo anche aiutare il mondo e il nostro prossimo a esserlo. E io faccio il musicista con la musica, voglio fare quello."
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