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"Leopardi & Co": continua la felice stagione degli attori italiani nel cinema inter-americano in una bella favola romantica

Un casting originale e creativo per un "Leopardi pop" che non ci aspettavamo e funziona davvero. Segno che il cinema non ha confini

13 Dicembre 2025

"Leopardi & Co": continua la felice stagione degli attori italiani nel cinema inter-americano in una bella favola romantica

Chi si aspettava di vedere Woopi Goldberg con Paolo Calabresi e la nostra Denice Tantucci con Jemery Irvine? Eppure tutto funziona grazie ad un ottima sceneggiatura, un'idea creativa e il fascino poetico di Recanati e di Leopardi. Il tutto retto dalla simpatia di due camaleonti: Woopi e Paolo, appunti ma anche dalla femminilità graziosa e accattivante della brava Denise. Una storia semplice e classica che ha il coraggio di sintetizzare due storie di cambiamento: un attore superficiale che vuole maturare professionalmente e un'appassionata di Leopardi che vorrebbe credere nell'amore ma un passato non facile. Due vie che si intrecciano crescendo in modo complementare. Irvine è molto bravo nel recitare la parte dell'attore non bravo a recitare. Un bel paradosso e Denise si rivela ottima nella sua recitazione naturale e realistica ma un tocco di vera poesia naturale ed esistenziale che riesce a non cadere nel manierismo e nello stereotipo. La bellezza dei classici è proprio data dalla capacità interna di reggere l'aspettativa del pubblico e la prevedibilità dell'epilogo tramite la gradualità e l'originalità del decorso narrativo. Questo film mi ricorda un po' l'ottimo: "La vita che vorrei" con Sandra Ceccarelli e Luigi Lo Cascio; quì in versione più giovanile, commediale e adolescenziale. Il punto di contatto è l'utilizzo del modulo del set cinetografico per fare del film una metafora di qualcos'altro e per condurre in contemporanea due storie differenti intrecciandole in modo reversibile. Quì la sfida era più difficile rispetto all'epos della Traviata: riattualizzare il mito e l'immaginario di Leopardi tramite una storia romantica utilizzando il ricordo del grande poeta quale occasione di un'educazione sentimentale fra adulti che superi le differenze culturali. Non male per un film di massa! Sfida molto delicata che poteva scivolare comprensibilmente nel nostalgismo provinciale da Italietta o nel macchiettistico da folklore e invece la sceneggiatura e la bravura attoriale è riuscita a fare di Denise un catalizzatore narrativo che funge da varco lirico-temporale quanto da medium interculturale e sentimentale. Un incrocio difficile e complesso trasfigurante che ci sorprende e ci stupisce positivamente. Un periodo felice per gli attori italiani all'interno di uno scenario statunitense e internazionale ben collaudato.

 

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