24 Novembre 2021
30 anni fa, il 24 novembre 1991, scomparve Freddie Mercury, il mitico cantante e frontman dei Queen, per colpa di una terribile malattia che, dopo un periodo di travaglio, è stata la causa della sua morte. La sua ultima apparizione televisiva risale al 18 febbraio 1990, in occasione del conferimento del premio per il contributo dei Queen alla musica britannica ai BRIT Awards. Da lì in poi è iniziata la sua reclusione, fino al giorno della sua scomparsa.
Freddie Mercury si spense all'età di 45 anni nella sua casa di Logan Place, e la causa della sua morte fu una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all'AIDS. Il cantante era da poco ritornato a Londra per stare vicino ai suoi cari, dopo che le sue condizioni di salute si erano aggravate nonostante fosse stato sottoposto ad alcune cure sperimentali con medicinali che arrivavano di nascosto alla Garden Lodge.
Nelle ultime settimane Mary Austin gli fece spesso visita. Oltre alla donna, da Mercury arriva spesso anche Jim Hutton, e anche Joe Fanelli e Peter Freestone. Poco prima di morire Mercury aveva perso la vista la propria condizione fisica peggiorò ula tal punto che non riuscì più ad alzarsi dal letto. Il 22 novembre 1991, consapevole del suo stato terminale e della grande attenzione mediatica a lui dedicata, il cantante convocò nella sua casa Jim Beach, manager dei Queen, per redigere un comunicato ufficiale che venne consegnato alla stampa il giorno dopo. Passarono poco più di 24 ore e, alle 18:48 del 24 novembre 1991, Mercury morì all'età di 45 anni. I funerali si svolsero al Kensal Green Cemetery in forma strettamente privata.
Mercury, secondo le ultime volontà, fu cremato. Le sue ceneri furono poi affidate a Mary Austin, la quale le conservò nella sua camera da letto per circa due anni e, successivamente, le sparse segretamente nel luogo scelto dal cantante. Nel suo testamento, il cantante affidò la metà esatta del suo patrimonio alla stessa Mary Austin. Il resto del patrimonio fu diviso tra i genitori e la sorella Kashmira Bulsara-Cooke. Anche Jim Hutton, Peter Freestone, Joe Fanelli e Terry Giddings, suo autista e guardia del corpo, ottennero parte della sua eredità.
La morte di Freddie Mercury rappresentò un significativo passo nella storia dell'AIDS, in quanto servì a informare milioni di persone in tutto il mondo della minaccia dell'HIV. Ma il cantante ricevette anche molte critiche. Venna infatti accusato di non aver "usato" la sua fama per raccogliere fondi a favore della ricerca contro la malattia. Secondo la tesi di molti, se fosse venuto allo scoperto, avrebbe potuto spingere altri a fare altrettanto, evitando loro l'isolamento e anche ulteriori contagi.
Tuttavia, secondo Dave Clark "Freddie voleva tenere la faccenda privata perché a quei tempi la malattia era considerata una piaga e lui non voleva essere marchiato". Ed effettivamente, considerando anche come i malati di HIV erano dipinti in Italia (famosa la pubblicità in cui erano "colorati" di viola) non si fa fatica a credere a questa versione. In ogni caso, due settimane dopo la morte del cantante, i proventi relativi alla rimasterizzazione di Bohemian Rhapsody, che si piazzò al primo posto nella classifica inglese, furono devoluti interamente al Terrence Higgins Trust, organizzazione inglese dedicata ai malati di AIDS.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia