06 Luglio 2022
In un'intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia, il dottor Giovanni Vanni Frajese, medico endocrinologo, professore all'Università di Roma "Foro Italico" e vice presidente dell'Associazione "ContiamoCi!": "Che cosa accade al Dna non lo sappiamo. Veniva dato per scontato il fatto che la retro-trascrizione dell'RNA sul DNA, cosa che significherebbe un cambiamento possibilmente trasmissibile anche alle generazioni future del dna della persona stessa, veniva dato per scontato che non potesse accadere. Anche se questo è un dato molto strano perchè esiste un enzima che si chiama trascrittasi inversa che fa esattamente questo all'interno della cellula, cioè retrotrascrive l'RNA sul DNA. L'unica sperimentazione che è stata fatta ha dimostrato in realtà che sulle linee cellulari di fegato questa retrotrascrizione di fegato avviene. Pensavo che sarebbero seguiti molti altri lavori oltre a quello, per confermare questo dato che è di una importanza incredibile, ma per adesso la cosa è rimasta ferma così. Quindi la gente continua a pensare che non ci sia questo rischio, invece oggi il dato scientifico non solo dice che questo rischio non è impossibile ma anche che potrebbe essere probabile".
Sulla proteina Spike: "Quello che si sta approfondendo anche qui da noi in maniera serena, tranquilla e con il tempo necessario per pubblicare dati che siano solidi è quello di vedere che interazione esiste a livello del sistema immunitario, perchè proprio quell'inversione di protezione lascia pensare, e ci sono dati già pubblicati sull'interferone, sugli anticorpi autoimmuni contro l'interferone sui linfociti B e T che sembrerebbe far pensare che questa esposizione ripetuta nel tempo o comunque con dosi importanti che non svaniscono così velocemente come si pensava, in qualche maniera forzi il sistema immune ad agire in maniera diversa perdendo di efficacia. La famosa anergia, di cui tanti colleghi avevano già parlato, sembra che iniziamo a vederla. Poi c'è chi prospetta una cosa ancora peggiore che si chiama VAIX (vaccine acquired immunodeficiency), cioè una carenza al sistema immunitario dovuta alla vaccinazione. Ci sono al momento delle preoccupazioni, dei segnali, a livello sia clinico che di ricerca che fanno pensare che la cosa debba essere approfondita, però aspettiamo che i dati siano inequivocabili".
Il professor Giovanni Frajese ha poi aggiunto: "Io conto sul fatto che l'interazione di un farmaco, per quanto possa essere più lunga nel tempo di quanto non si pensasse, tenendo da parte il discorso della retrotrascrizione, abbia effetti transitori. Se alcuni pezzi di dna vengono modificati nella replicazione cellulare, tendono a perdersi gli inserti come se la natura avesse un meccanismo di difesa da questo. Io spero nel meccanismo di difesa intrinseco dell'essere umano, che è stato progettato per chi ci crede da una mano divina per chi non ci crede dalla natura e quindi dal caos, con un tempo e una sofisticazione che due mesi di tempo non possono neanche lontanamente comparare".
"No-vax è un termine che è stato generato apposta per creare due categorie: una di bravi e onesti cittadini che sono disposti per il senso di sacrificio e per la comunità a fare chissà che cosa e una di incivili barbari ignoranti che non capiscono niente, terra-piattisti. Non credo di entrare in nessuna delle due categorie. Penso di essere un ricercatore che però, a differenza degli altri, ha mantenuto viva la sua capacità critica di leggere i dati e di esaminarli con una mente ancora pensante e di vedere tutti quelli che sono i problemi che c'erano già all'inizio di questa storia. Perchè, ribadisco, 60 giorni di sperimentazione non possono essere poi ragione per un obbligo vaccinale per nessuno. Perchè altrimenti siamo alla follia. Anche se così è andata. Quindi no, mi ritengo un ricercatore e uno che ha ancora la testa che funzione e che non è abituato a prendere per buono quello che gli viene detto, ma preferisce approfondire. Credo tra l'altro di non aver mai espresso una mia opinione personale, ma di essermi sempre attenuto a dati che erano pubblicati da qualche parte. Spiace che i colleghi invece non approfondiscono la questione, almeno una buona parte anche se molti adesso stanno iniziando a risvegliarsi. Una volta che vengono fornite le basi di appoggio, cioè quali sono i paper da andare a studiare perchè magari c'è stato un professore universitario che l'ha fatto, forse sarebbe il caso che i medici stessi andassero a leggere, sempre che ne abbiano le competenze, le capacità e la lettura in inglese per farsi un'idea da soli. Infatti quello a cui invito i colleghi quando li incontro è di non prendere per buono niente, nè quello che dico io nè quello che viene detto a livello istituzionale, ma di andarsi a leggere i paper e farsi un'idea propria. Perchè è anche la maniera in cui funziona il meccanismo scientifico. Non esiste un dogma".
Sull'impegno del Governo dopo il suo intervento alla Camera, in cui ha parlato di reazioni avverse ai vaccini, di una sperimentazione "durata solo 60 giorni" e di rischi confermati dai dati, il dottor Frajese non ha dubbi: "No (l'impegno del Governo non è cambiato, ndr). Ho la sensazione che sia cambiato nel senso che magari hanno deciso di punire i ribelli in maniera un pochettino più marcata. Quei dati, che al di là dei tentativi abbastanza goffi di renderli inutili da parte di chi fa parte di questo sistema e viene pagato per questa ragione, ritengo che siano piuttosto toccanti. Ma mi sembra sia stata toccata solo quell'area politica che aveva già capito che c'era qualcosa di non completamente detto. Credo che la maggior parte non ne abbia tenuto troppo conto".
Il professor Frajese ha poi concluso parlando del suo rapporto con il sottosegretario di Stato al Ministero della salute, Pierpaolo Sileri, dopo alcuni battibecchi avvenuti in tv in merito alla "sperimentazione troppo breve dei vaccini a mRna". "Io gli avevo scritto una mail dopo quell'incontro che c'è stato, in cui gli dicevo che mi dispiaceva l'uso eccessivo che veniva fatto di questa cosa, e pur comprendendo le sue ragioni mi mettevo eventualmente a sua disposizione se voleva parlare a quattr'occhi della situazione per approfondirla da un'altra angolazione. Mi ha chiesto il numero di telefono, poi non mi ha mai telefonato".
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