Nel gennaio 2022 l'allora ministro della Salute Roberto Speranza illustrava con orgoglio gli effetti del nuovo decreto sull’obbligo vaccinale per gli over 50. Secondo i dati dell’epoca, l’89,41% degli italiani sopra i 12 anni aveva ricevuto almeno una dose, mentre solo il 10% restava non vaccinato. Eppure, affermava Speranza, quel 10% “occupava due terzi dei posti in terapia intensiva e il 50% dei letti in area medica”.
Il decreto prevedeva sanzioni pecuniarie per i non vaccinati over 50, l’invio di elenchi di inadempienti a cura del Ministero della Salute e l’intervento dell’Agenzia delle Entrate. Il tutto “nel pieno rispetto della privacy” e con la promessa di “salvare vite, ridurre la pressione sugli ospedali e rilanciare il Paese”.
Oggi, a distanza di anni i dati hanno dimostrato che il vaccino non ha fermato il contagio né ha evitato nuove ondate, e i Green Pass – quasi 200 milioni scaricati – si sono rivelati uno strumento più coercitivo che sanitario.
I social, da Instagram a Facebook, raccolgono un’ondata di rabbia popolare. “In un Paese normale sarebbe in galera a vita”, scrive un utente. “Zero dosi e sono vivo”, ironizza un altro. Poi commenti come “criminale”, “assassino” o “bugiardo”. Molti ricordano l’obbligo per lavorare e la sospensione dello stipendio come una "ferita mai rimarginata". E, soprattutto, "Ora dovresti fare il grafico con i morti da vax", a ricordare le numerose vittime da correlare alla somministrazione del siero.