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Inchiesta urbanistica Milano, Sardone attacca Sala: “Ha usatto millechiodi e attack per rimanere sulla poltrona", lui: "Ho le mani pulite" - VIDEO

Al centro dell’attacco di Sardone a Sala c’è anche il bilancio del mandato: "Di lei che cosa ricorderemo? Le piste ciclabili in Buenos Aires fatte tre volte? Le piazze di urbanistica tattica che sono un insulto alla Milano capitale del design? O ricorderemo forse il divieto di fumo? Dieci multe fino adesso portate a casa. Gli impianti sportivi abbandonati? Gli immobili regalati ai centri sociali? Siamo a Milano. Abbia un rigurgito di dignità e coscienza. Vada a casa"

22 Luglio 2025

Io sapevo che non si sarebbe dimesso, ma sa perché? Perché lei ha provato in tutti i modi a fare altro e non c'è riuscito. Questa è l'unica poltrona che ha. E quindi ha usato la millechiodi, l'attack, di tutto. Da lì, lei non si schioda, non si schioderà”. Non usa mezzi termini l’europarlamentare e consigliera comunale della Lega, Silvia Sardone, che attacca frontalmente il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel pieno dell’inchiesta urbanistica che scuote Palazzo Marino.

Nel suo intervento, Sardone ripercorre le ambizioni politiche del primo cittadino, con un affondo carico di sarcasmo: “Io ricordo quando studiava il progetto con Di Maio. Ora i grillini sono i primi a schifarla. Poi mi ricordo quando ha detto che aderiva ai verdi europei, a proposito di chi cambia tante casacche, no? E poi adesso pure i verdi non lo vogliono più. Poi ha provato a fare il leader centrosinistra, di federarlo. Poi ha provato a fare il premier, poi ad essere dirigente in una grande partecipata di Stato. Niente. È ovvio. Quello è l'unico scranno che ha e quindi ovviamente tenterà di rimanerci attaccato in tutti i modi”.

Ma al centro dell’attacco c’è il bilancio del mandato, che secondo Sardone sarebbe ben lontano dalle trasformazioni epocali di sindaci del passato: “Ma il punto è, e chiudo. Che cosa rimarrà in mente di lei? Perché sa, di Albertini ricordiamo il grande sviluppo della città, City Life, Porta Nuova, della Moratti ricordiamo Expo. Di Pisapia ricordiamo la Darsena. Di lei che cosa ricorderemo? Le piste ciclabili in Buenos Aires fatte tre volte? Le piazze di urbanistica tattica che sono un insulto alla Milano capitale del design? O ricorderemo forse il divieto di fumo? Dieci multe fino adesso portate a casa? Gli impianti sportivi abbandonati? Gli immobili regalati ai centri sociali? Siamo a Milano. Abbia un rigurgito di dignità e coscienza. Vada a casa. Grazie”.

Sala, però, prendendo la parola in Consiglio comunale ha rigettato ogni accusa: "Siamo in un momento delicato per molti motivi. Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro e le certezze vacillare. Sono venuto a conoscenza del mio coinvolgimento nelle indagini dalla stampa. Ho agito sempre nell’interesse dei cittadini, le mie mani sono pulite".

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