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Referendum, Vannacci: “Deve fallire, è la stessa sinistra che vuole abrogare leggi fatte da governo Renzi, svendono nostra cittadinanza” - VIDEO

Con la sua consueta franchezza, il generale smonta punto per punto i quesiti referendari, puntando il dito soprattutto contro l’incoerenza politica della sinistra italiana

30 Maggio 2025

Intervenuto in un video divenuto subito virale, il generale ed europarlamentare Roberto Vannacci lancia un messaggio chiaro e senza ambiguità: il referendum deve fallire. E lo fa con un’espressione destinata a entrare nel dibattito pubblico: “Referendum delendum est, il referendum deve fallire”.

Con la sua consueta franchezza, il generale smonta punto per punto i quesiti referendari, puntando il dito soprattutto contro l’incoerenza politica della sinistra italiana: “Questo referendum non ha senso, sulla parte del lavoro è una cosa incredibile, cioè è la stessa sinistra che vuole abrogare delle leggi fatte da un governo di sinistra che è quello di Renzi, quindi devono fare pace col cervello”.

Ma è il quesito sulla cittadinanza a suscitare la preoccupazione più forte in Vannacci. Una proposta che definisce priva di fondamento, considerato che “noi abbiamo una legge che funziona benissimo, che nel 2022 ha garantito più di 210.000 nuove cittadinanze in Italia, il numero più grande di tutti i paesi europei, e quindi non ha nessun motivo di essere trasformato”.

Il motivo vero, secondo Vannacci, è ben diverso da quanto sostenuto dai promotori: “Un motivo c'è, e lo ha rivelato Landini, il segretario della CGL, che invece di preoccuparsi di lavoratori si preoccupa di politica. Perché proprio in un suo video ha detto che se dovesse vincere il referendum sulla cittadinanza, da domani ci sarebbero due milioni e mezzo in più di nuovi immigrati cittadini italiani che voterebbero”.

È qui che emerge, con forza, la denuncia più allarmante del generale: “Questo è il vero scopo del referendum, fare cassetta elettorale. Fare cassetta elettorale ad un costo incredibile, cioè il costo della svendita della nostra cittadinanza e della cancellazione della nostra identità”.

Vannacci smonta anche la retorica secondo cui cittadinanza significhi semplicemente lavorare o pagare le tasse in Italia: “Chi lavora in Italia viene ripagato dal salario, non ha bisogno della cittadinanza. Chi paga le tasse in Italia vuol dire che guadagna in Italia. E le tasse non sono un qualche cosa che dà accesso alla cittadinanza, ma sono il giusto contributo che ognuno versa per avere accesso ai servizi comuni”.

E precisa: “Chi studia in Italia non ha bisogno della cittadinanza. Se io studiassi in Arabia Saudita o in Marocco, non diventerei dopo cinque anni né cittadino arabo, né cittadino marocchino. Anche perché non avrei neanche il tempo, né la volontà probabilmente, di integrare quelle che sono la loro cultura, la loro identità, le loro tradizioni”.

La cittadinanza è un punto di arrivo, non è un punto di partenza,” sottolinea ancora Vannacci, evidenziando come dietro il referendum si nasconda una strategia politica precisa di una sinistra che ha perso il contatto con la sua base storica.

La sinistra, che ormai non ha più una base elettorale solida, perché ormai non sono più quelli che erano una volta i proletari o gli operai che votano la sinistra, è tutt'altro. La sinistra ormai cosa fa? Cerca di proteggere o di privilegiare tutte le minoranze e questa è proprio la minoranza degli immigrati che cerca di essere privilegiata da parte di questa fazione politica”.

Vannacci chiude con fermezza, ribadendo il suo appello: “Referendum delendum est”.

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