04 Dicembre 2022
La gestione dei migranti e dei rimpatri deve essere 'europeizzata', questo il sunto del discorso della premier Giorgia Meloni alla 8ª edizione dei "Dialoghi Mediterranei di Roma" (VIDEO). Questo approccio "è indispensabile" e "ci vuole più Europa sul fronte sud", perché "da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili". Mentre il Premier rilancia le richieste del suo governo nei confronti di Bruxelles, tutto l'esecutivo di centrodestra, sul fronte interno, sta studiando un nuovo decreto flussi, che si annuncia con quote non lontane da quella di 69.700 ingressi fissata nell'ultimo, un anno fa.
Il dossier sui flussi dei migranti è seguito dal Ministero dell'Interno, quello dell'Agricoltura e dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Vorremmo avere lavoratori che arrivano nel nostro Paese già formati, che abbiano già una destinazione operativa, cioè sapere dove devono andare a lavorare. E poi vorremmo premiare i Paesi che fanno accordi con noi", ha detto il numero due di Forza Italia, prima di accogliere Meloni assieme all'ambasciatore Giampiero Massolo alla conferenza organizzata dall'Ispi.
Davanti a ministri, capi di Stato e di governo dell'area Med, diplomatici ed esperti, la premier parla per mezz'ora. "Per la prima volta, la rotta del Mediterraneo centrale è stata considerata prioritaria in un documento della Commissione europea, è una vittoria - ha esordito la premier -. Non sarebbe accaduto se l'Italia non avesse posto la questione del rispetto della legalità internazionale e la necessità di affrontare il fenomeno delle migrazioni a livello strutturale".
E ancora: "Il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito prevalentemente come una comunità di destino e non come un luogo di morte causato dai trafficanti di vite umane". Meloni chiede quindi all'Ue di "rilanciare la cooperazione migratoria con i partner dell'Africa e del Mediterraneo". Questi "devono essere maggiormente coinvolti nel contrasto a traffico esseri umani". In sostanza, "ci vuole più Europa sul fronte sud". Per il presidente del Consiglio, inoltre, "molte delle politiche europee rischiano di essere incomplete se non collocate in una più ampia dimensione mediterranea".
Giorgia Meloni se la prende soprattutto con la Ue, che "non riesce a controllare più niente" delle catene di approvvigionamento energetico. La leader di FdI chiede "un segnale forte", ossia "spostare il baricentro degli scambi energetici europei proprio verso il Mediterraneo". E si può leggere anche un messaggio ai partner europei dietro il ragionamento sull'energia come "bene nazionale ma anche inclusivo e quindi comune".
Meloni, come già detto più volte, vorrebbe puntare su un 'piano Mattei per l'Africa', "un approccio con una postura non predatoria ma collaborativa", perché "la nostra prosperità non è possibile se non c'è anche quella dei nostri vicini". E perché così si "contrasterebbe più efficacemente il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell'area subsahariana". Sono realtà, dice pensando anche Iran e Afghanistan, "così complesse" in cui "non c'è avvenire" senza libertà per giovani e donne. In questo scenario è "urgente" la stabilizzazione della Libia, dove Tajani si prepara ad andare per "un accordo generale" sui migranti.
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