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Israele, manifestanti bloccano autostrada Ayalon a Tel Aviv: "Stop a guerra inutile e dannosa, vogliamo indietro ostaggi" - VIDEO

Bloccata l’autostrada Ayalon a Tel Aviv: giornata di proteste in Israele. Famiglie degli ostaggi chiedono un accordo e la fine della guerra a Gaza

26 Agosto 2025

Giornata di proteste in Israele, previste dalle organizzazioni formate dalle famiglie degli ostaggi di Hamas. In centinaia di migliaia di manifestanti si sono già ritrovati per le strade di Tel Aviv, bloccando l'autostrada Ayalon in direzione centro città, con disagi per la circolazione. Il 75% degli israeliani si è dichiarato stanco della guerra e oggi che ne chiedono a gran voce la fine: "Inutile e dannosa, vogliamo indietro solamente gli ostaggi".

Israele, manifestanti bloccano autostrada Ayalon a Tel Aviv: "Stop a guerra inutile e dannosa, vogliamo indietro ostaggi"

In Israele cresce l’ondata di proteste contro la guerra a Gaza e per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti nella Striscia. Migliaia di manifestanti si sono riuniti a Tel Aviv, dove il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha organizzato una giornata nazionale di mobilitazione. Il programma delle iniziative è iniziato all’alba, con bandiere israeliane esposte davanti all’ambasciata statunitense, ed è proseguito con cortei e manifestazioni in tutto il Paese.

Sin dalle prime ore del mattino, i dimostranti hanno bloccato l’autostrada Ayalon, una delle arterie principali di Tel Aviv, paralizzando il traffico e richiamando l’attenzione pubblica. Gli organizzatori parlano di una “giornata di lotta” diffusa su scala nazionale, con raduni previsti in numerose città israeliane. L’obiettivo, spiegano, è costringere il governo ad accettare l’accordo già sul tavolo per la liberazione degli ostaggi e fermare l’offensiva militare.

La mobilitazione è stata guidata in gran parte dai parenti degli ostaggi, che accusano il governo Netanyahu di ostacolare una soluzione politica e di mettere a rischio la vita dei prigionieri insistendo sulla prosecuzione delle operazioni militari. “Se comincerà la conquista di Gaza, non ci sarà alcun accordo”, aveva avvertito Einav Zangauker, madre di Matan, uno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Secondo recenti sondaggi, il 75% degli israeliani si dichiara ormai stanco della guerra. Un dato che rafforza l’idea di un crescente malcontento interno e di una società sempre meno disposta a sostenere l’attuale strategia militare del governo.

Parallelamente, cresce anche il movimento dei refusenik, cittadini israeliani che rifiutano di arruolarsi per non sentirsi complici delle operazioni a Gaza. Segno che, accanto al dolore per gli ostaggi, si consolida nel Paese una domanda forte di pace e di fine dell’occupazione.

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