Venerdì, 26 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Turkmenistan, "Porta dell'inferno" chiusa dopo 54 anni, spenta la principale attrazione turistica del paese per "motivi ambientali" - VIDEO

Nel corso degli anni, la “Porta dell’Inferno” è diventata la principale attrazione turistica del paese, capace di richiamare oltre 10mila visitatori l’anno

08 Agosto 2025

Dopo oltre 50 anni di fiamme ininterrotte, la celebre “Porta dell’Inferno” del Turkmenistan verrà spenta. Il cratere di Darvaza, una voragine di 70 metri di diametro e 20 di profondità nel cuore del deserto del Karakum, brucia dal 1971, anno in cui un incidente durante una perforazione sovietica liberò ingenti quantità di gas naturale. Oggi, grazie all’intervento della compagnia statale Turkmengaz, il flusso di gas che alimenta l'incendio è stato parzialmente controllato, e le fiamme hanno cominciato a perdere intensità.

L’origine del cratere risale a una trivellazione esplorativa sovietica, che colpì accidentalmente una camera sotterranea di metano ad alta pressione. Per evitare la diffusione di esalazioni tossiche, i geologi decisero di incendiare il gas, convinti che si sarebbe esaurito nel giro di pochi giorni. Ma il giacimento si rivelò molto più vasto e complesso del previsto, trasformando quello che doveva essere un intervento temporaneo in un rogo permanente.

Nel corso degli anni, la “Porta dell’Inferno” è diventata la principale attrazione turistica del paese, capace di richiamare oltre 10mila visitatori l’anno nonostante le difficoltà logistiche, i lunghi viaggi attraverso il deserto e le restrizioni all’ingresso nel paese. Escursioni notturne, accampamenti sotto le stelle e il bagliore arancione del cratere hanno reso l’esperienza quasi mistica per molti turisti. Ora, con l’imminente spegnimento, le agenzie turistiche locali temono forti perdite economiche: Darvaza è infatti l’unico sito in grado di attirare un flusso turistico internazionale stabile.

La decisione di chiudere il cratere risale al 2022, quando l’allora presidente Gurbanguly Berdymukhamedov ordinò lo spegnimento per motivi ambientali ed economici: da un lato, l’impatto del metano sulla salute e sull’ambiente; dall’altro, lo spreco di un’importante risorsa energetica. Il Turkmenistan detiene le quarte riserve mondiali di gas naturale e l’esportazione energetica è il pilastro della sua economia.

Per spegnere il cratere, Turkmengaz ha adottato un approccio multidisciplinare che include la perforazione di nuovi pozzi ad alto flusso nelle vicinanze, in grado di intercettare il gas prima che raggiunga la superficie. Due pozzi entrati in funzione a dicembre 2024 hanno già permesso di triplicare la riduzione delle fiamme rispetto ai livelli del 2013.

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti