13 Agosto 2024
In questi giorni, l’incendio scoppiato nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 agosto nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato al centro di uno scambio di accuse reciproche tra Kiev e il Cremlino: la Russia individuerebbe la causa del rogo in un bombardamento delle truppe giallo-blu, accusando l’Ucraina di "terrorismo nucleare" per mezzo delle parole della portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. "Kiev continua a sottoporre tutto il continente europeo al terrore nucleare", aveva dichiarato ieri in mattinata. Di contro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo a lanciare l’allarme, ha invece dichiarato che ad appiccare l’incendio sarebbero stati "gli occupanti russi". "La Russia ha utilizzato la centrale nucleare di Zaporizhzhia solo per ricattare l'Ucraina, l'intera Europa e il mondo", ha aggiunto infine Zelensky.
Tanta paura e il solito scambio di accuse, ma per il momento, fortunatamente non vi è nessun fuga radioattiva: almeno stando a quanto riferito ieri intorno alle 10:00 dalla portavoce della centrale di Zaporizhzhia, Yevgeniya Yashina, ai microfoni dell’emittente televisiva russa Rossija 24. "Il livello di radiazioni sia nella centrale che nell'area di osservazione è nella norma e rientra nei limiti", ha detto Yashina, aggiungendo che non ci sono timori per la popolazione locale. Infatti, esperti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) sono ancora presenti nell’impianto, nonostante il conflitto russo-ucraino in corso. La centrale di Zaporizhzhia è situata nella città Energodar, bacino di Kakhovka sul fiume Dnipro, circa 80 chilometri a sud-ovest della città di Zaporizhzhia, capoluogo dell'omonimo Oblast', sotto controllo ucraino. La Russia tuttavia controlla la centrale ed ha più volte accusato le forze di Kiev di bombardare l'area circostante. Per la Yashina, quella di ieri è stata "una minaccia senza precedenti alla sicurezza nucleare". Secondo l'Aiea e le autorità russe locali non vi è stato comunque alcun rischio di esplosione, perché i sei reattori dell'impianto sono in fase di spegnimento a freddo. A riguardo, anche Yevgeny Balitsky, governatore locale imposto da Mosca, aveva affermato che "Tutti e sei i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, sono in fase di spegnimento a freddo, quindi non c'è nessun rischio di esplosione", rivolgendosi ieri ai microfoni dell'agenzia di stampa russa Tass.
Nella serata dell’11 agosto, a lanciare l’allarme su diversi canali social era stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Gli occupanti russi hanno appiccato un incendio sul sito della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Attualmente, i livelli di radiazione sono nella norma. Tuttavia, finché i terroristi russi manterranno il controllo sulla centrale nucleare, la situazione non è e non può essere considerata normale", ha scritto su X, pubblicando anche una foto della centrale e un video della colonna di fumo levatasi da una delle torri di raffreddamento in fiamme. "Fin dal primo giorno della sua conquista, la Russia ha utilizzato la centrale nucleare di Zaporizhzhia solo per ricattare l'Ucraina, l'intera Europa e il mondo. Stiamo aspettando che il mondo reagisca, che l'Aiea reagisca", ha concluso nel suo messaggio Zelesnky. Su Telegram, l’Agenzia ucraina per l’energia atomica Energoatom incalza e fa eco alle parole del presidente: le "probabili cause" dell’incendio divampato nella torre di raffreddamento numero uno sono da ricondurre alla "negligenza degli occupanti russi" o a un atto "deliberato". Energoatom ha confermato questa mattina che "il livello di radiazioni nell’impianto rientra nella norma e non vi è alcuna minaccia di inquinamento da radiazioni per la popolazione". Tuttavia, ha concluso il messaggio aggiungendo che "l’uso della centrale nucleare da parte dei russi come base militare espone il mondo intero alla minaccia di un disastro nucleare. Solo la liberazione di Zaporizhzhia e il suo trasferimento all’unico operatore legittimo, Energoatom, possono garantire la prevenzione di un incidente nucleare e di radiazioni, assicurando un funzionamento affidabile e sicuro". Il comandante militare ucraino del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko, si è detto convinto che dietro l'incendio ci sia la mano dei russi: avrebbero dato fuoco a un gran numero di pneumatici di automobili nelle torri di raffreddamento, forse per "provocazione o per creare panico negli insediamenti sulla riva destra".
Da parte sua, il Cremlino ha accusato ieri in mattinata l'Ucraina di aver provocato l’incendio con un bombardamento condotto con droni, per mezzo della portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. La portavoce, ha spiegato poi che la Russa chiederà all'Aiea di "indicare il responsabile del bombardamento", perché "un ulteriore silenzio su questo argomento non farà altro che esagerare il senso di impunità di Kiev". Intanto, l'Aiea è tornata a parlare dell’incendio che ha coinvolto la centrale nucleare, affermando di non essere al momento in grado di "trarre conclusioni definitive" sulle cause del rogo. L'Aiea specifica tuttavia come sia "improbabile" che le fiamme possano essere partite "dalla base della torre di raffreddamento", aggiungendo di non aver trovato "resti di pneumatici o di droni" durante il suo sopralluogo di ieri alla struttura. Durante la visita della squadra alla torre di raffreddamento "è stato stabilito che il danno era molto probabilmente concentrato all'interno" della struttura, con aree bruciate nelle apparecchiature "più in alto" rispetto alla base della torre di raffreddamento. L'Agenzia ha ribadito, inoltre, che "la sicurezza nucleare dell'impianto non è stata compromessa". Anche il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, ha rassicurato sugli effetti del rogo, precisando che "non è stato segnalato alcun impatto sulla sicurezza nucleare", visto che inizialmente le notizie diffuse dal gruppo per l’energia nucleare russa Rosatom hanno suscitato profonda preoccupazione: nell’annuncio si specificava che una torre di raffreddamento della centrale aveva subito "gravi danni" e che il pericolo di un possibile crollo della struttura sarebbe stato valutato dagli specialisti quando la situazione l’avrebbe consentito. Allarme poi ridimensionato dalla portavoce della centrale Yashina.
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