13 Marzo 2024
"Aggredito e preso a martellate nel cortile di casa sua a Vilnius, in Lituania". Sono le parole di Leonid Volkov, politico e attivista, stretto collaboratore di Alexei Navalny. Il 43enne russo era responsabile degli uffici regionali e delle campagne elettorali dell'oppositore numero uno di Vladimir Putin, morto in un carcere siberiano il 16 febbraio scorso. "Ciao amici! Sono a casa. Grazie mille per le vostre parole di sostegno. Volevano farmi a pezzi con un martello. Un uomo proprio fuori casa mia, nel cortile, mi ha aggredito e mi ha colpito alla gamba 15 volte", ha detto Volkov in un video. "E' ovvio che questo è stato un tipico saluto da gangster da parte di Putin, da gangster di San Pietroburgo. Vladimir Vladimirovich, saluto anche te, che altro posso dire", ha aggiunto l'attivista.
Leonid Volkov, braccio destro e vice di Alexei Navalny, il dissidente russo morto un mese fa in carcere, è stato colpito a martellate davanti alla propria abitazione in Lituania. L'aggressione è costata a Volkov un braccio rotto. Secondo le prime ricostruzioni, qualcuno avrebbe sfondato il finestrino dell'auto, spruzzato al politico del liquido urticante negli occhi e poi lo avrebbero preso a martellate. L'aggressione arriva a poche ore dall'ultima intervista rilasciata dallo stesso Volkov, il quale aveva detto al quotidiano indipendente russo Meduza di essere preoccupato della sua incolumità. "Il rischio principale ora è che verremo tutti uccisi. Il perché è una cosa abbastanza ovvia", aveva detto.
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