31 Marzo 2023
Il Governatore di BankItalia, Ignazio Visco, lascia dopo dopo 12 anni. "Quella odierna è l'ultima assemblea che presiedo come governatore; il prossimo mese di novembre lascerò la guida dell'Istituto, nel quale feci ingresso nel 1972". È quanto ha annunciato venerdì 31 marzo 2023 Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia durante il suo intervento all'assemblea dei partecipanti al capitale.
Visco, che è stato nominato governatore il 1 novembre del 2011, ha rilevato come "nei dodici, intensi, anni da me vissuti al vertice della Banca, importanti cambiamenti sono intervenuti nell'esercizio delle funzioni dell'Istituto". In particolare in questi anni "nuovi compiti gli sono stati assegnati, ne sono cresciute le responsabilità; la sua proiezione europea è notevolmente aumentata. Il confronto di idee e la condivisione delle decisioni nell'ambito della Bce, che sono stati i tratti qualificanti della politica monetaria dopo la nascita dell'euro, lo sono divenuti anche nel campo della supervisione bancaria con l'istituzione del Meccanismo di vigilanza unico, a partire dal novembre del 2014".
Nei prossimi anni, ha aggiunto, la Banca d'Italia, come la Bce e le altre banche dell'Eurosistema, "si troverà a fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere" dopo il biennio 2023-2024.
Durante l’assemblea di BankItalia, è stato presentato anche il bilancio: "Il risultato lordo della Banca, prima delle imposte e dell’accantonamento al fondo rischi generali, si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi", ha detto lo stesso Ignazio Visco all’Assemblea ordinaria.
E ancora: "Il rialzo dei tassi di riferimento della Bce ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio TARGET, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine. Questa asimmetria incide negativamente sul margine di interesse, che dopo la diminuzione del 2022 è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni".
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