09 Giugno 2022
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, a Il Giornale d'Italia:
"Dall’evento di oggi è emerso che c’è una grande collaborazione fra istituzioni e privato. Come è stato detto oggi, penso che riuscire a mettere insieme la parte istituzionale con la parte privata, una grande presenza sul territorio come quella di Eni e IRENA - che rappresenta più di 170 stati - dia la possibilità di fare tante cose insieme come stiamo facendo per esempio nel campo dell’idrogeno e delle rinnovabili. Questo Outlook della transizione energetica si presenta come un piano di sicurezza energetica. È chiaro che la domanda che ci si fa è cosa faremo questo dicembre, ma se 5 anni fa avessimo fatto queste cose, allora questo dicembre sarebbe stato il nostro futuro. Ecco perché non bisogna farsi prendere dall’immediato trascurando quello che dovrà succedere.
È sempre importantissimo parlare e discutere di obiettivi, questo è il compito che ha la politica la Comunità Europea, però è molto importante fare le cose. Noi abbiamo iniziato a lavorare otto anni fa quando non c’erano ancora questi obiettivi: ci siamo preparati per essere pronti, in questo caso, ad affrontare gli obiettivi del 1.5°C. È giusto che la politica e le istituzioni diano degli obiettivi, poi c’è la responsabilità personale, civile e sociale dei vari responsabili di società. Io penso che alla fine la politica abbia un grosso senso, anche le policy che devono aiutare a sviluppare le nuove tecnologie hanno un grosso senso, però poi le responsabilità devono andare a chi è sul territorio come Eni, alle società che hanno i contatti e possono sviluppare le tecnologie. È nostra responsabilità fare succedere le cose."
Sulla quotazione di Plenitude afferma:
"Noi abbiamo cominciato adesso a fare un primo sondaggio di due settimane nel mercato, non posso dirvi quanto può valere o quando lo faremo. Siamo entrati in questa finestra che ci sembra buona, nonostante sia un mercato abbastanza volatile. Veniamo da aver fatto Var, fatta anch'essa in un mercato volatile, che ha preso più del 60% di valore in tre mesi. Tutto questo fa parte della nostra strategia per poter arrivare a vendere prodotti decarbonizzati. Crediamo nell’asset e nella strategia. Adesso è un momento molto sensibile in cui è partita la valutazione."
"Gli stoccaggi stanno procedendo, i prezzi li stanno rallentando un po’. Io vedo le autorità e il Ministro Cingolani molto focalizzati proprio per poter spingere tutto il sistema a riempirli. Noi stiamo facendo il nostro, siamo quelli che hanno messo più gas. È chiaro che c’è chi riesce a farlo perché ha la forza per farlo, e chi meno. Siamo un pochino più avanti della media europea, ma siamo un pochino più indietro di quello che eravamo abituati a fare. Io sono ottimista: non so se riusciremo a raggiungere il 90%, ma credo che con quello sta mettendo in piedi il Governo e l’autorità per l’energia riusciremo nei prossimi tre o quattro mesi a colmare il gap.
Il gas russo è proprietà della Russia: sono stati loro a investire, svilupparlo, produrlo e noi lo stiamo comprando. Nei paesi dove stiamo andando e dove lavoriamo da più di 70 anni, invece, c'è il nostro gas. Non l’abbiamo comprato, ma abbiamo esplorato, l'abbiamo sviluppato e dato principalmente al mercato domestico. Si parla di transizione equa, noi abbiamo dato la maggior parte del gas che abbiamo scoperto a questi paesi e quella è la nostra equity. Quello è il gas italiano per l’Italia, l’altro era gas russo per l’Italia. É questa la grande differenza".
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