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Ferroni (artista): “Denuncio la crisi climatica, scarti industriali per realizzare le opere”

Federico Ferroni, autore dell’opera Decay, menzione speciale Fondazione Maire: “Serve un cambio di direzione per salvaguardare l’ambiente e la nostra specie”

21 Settembre 2023

La Fondazione MAIRE, presso la sede di Roma, presenta nell’ambito dell’evento “Tra Arte e Ingegno”, le opere finaliste del concorso “Second Life, tutto torna”, progetto giunto alla seconda edizione e promosso da Alia Multiutility Toscana, in collaborazione con la Fondazione MAIRE.

Federico Ferroni è autore dell’opera Decay, ossidazione su lastre di ferro recuperate da scarti industriali, menzione speciale Fondazione Maire. L'artista ha dichiarato al Giornale d'Italia:

“Salve a tutte e tutti, questa installazione è stata ricavata innanzitutto da pezzi di lamiera, di ferro, che ho trovato nella zona industriale della mia città, che è Ravenna, e che ho deciso di recuperare. Li ho recuperati, li ho ripuliti e li ho adattati, per realizzare questo planisfero, che si propone di essere un contraltare delle numerose immagini satellitari che vediamo del nostro mondo, dove le luci dei centri abitati più popolati riescono effettivamente a illuminare la notte. In questo caso, questi centri abitati si convertono in macchie, in punti di ossidazione, in qualche modo contaminazioni deterioranti, rispetto a questo pezzo di metallo che rappresenta il nostro mondo. Ovviamente, è una denuncia verso tutto quello che sono i fattori scatenanti della crisi climatica, che stiamo vivendo e che purtroppo continueremo a vivere per i prossimi anni. Quest’opera è un’opera di denuncia di questo fatto, è un contraltare, è un monito che ci deve rendere consapevoli che, da una certa crescita, ci saranno sempre anche dei lati negativi. Però, come ogni opera di denuncia, è corredata anche da un messaggio di speranza. Nel senso che la speranza è quella che questa contaminazione possa imperversare su questo pensiero simbolico, ma che nel nostro mondo, che tutti viviamo, si riesca a trovare in qualche modo una sorta di cambio di direzione, per riuscire a salvaguardare il nostro ambiente e di conseguenza anche la nostra specie.”

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