18 Settembre 2023
Si è tenuta ieri la prima riunione di Save Opera, l'associazione che mira a preservare il patrimonio operistico italiano e europeo dalle deturpazioni registiche contemporanee anche attraverso una nuova proposta di legge che ristabilirebbe la figura del Direttore Artistico che, nella legge 800 del 1967 e secondo l'opinione di Alberto Veronesi, deve essere un musicista. Il Giornale d'Italia ha intervistato in esclusiva il direttore d'orchestra e fondatore di Save Opera Alberto Veronesi.
"Save Opera è nata per combattere le pazzie degli organizzatori della musica in Italia, che distruggono le opere del repertorio nazionale attraverso delle regie che non tengono fede a quelle che sono le indicazioni degli autori.
Abbiamo un vasto programma di intervento per tutelare contro le truffe i poveri ascoltatori, che vanno a teatro pensando di vedere un'opera e ne vedono un'altra. Vedono invece una rivisitazione ad opera di persone che non sono evidentemente nessuno, sono questi fantomatici registi che cambiano l'opera: i finali, i libretti, cambiano le scene e cambiano le ambientazioni.
Noi non siamo contro la novità, però siamo contro le truffe perché se tu paghi il biglietto per vedere una cosa, non puoi andare a vedere una cosa completamente diversa. Vogliamo agire anche a livello legislativo per creare e reinserire la figura del direttore artistico dei teatri, perché oggi c'è una situazione scandalosa: alcuni teatri italiani, magari da 150-170 milioni di euro di fondi (soprattutto pubblici), sono retti da persone che magari non sanno neanche leggere la musica."
"Ci sono fior fior di organici, di direttori artistici e sovrintendenti che non conoscono neanche la musica, eppure hanno questa responsabilità di centinaia di milioni di euro: questo è un altro scandalo italiano, è un discorso a cui noi vogliamo mettere fine."
Qualche esempio di stranezza sul palco: "è assolutamente impensabile che noi abbiamo, per esempio, una Bohème dove Mimí si rolla le canne, dove ci sono le bandiere rosse, le stelle a cinque punte e i pugni chiusi, e magari pure e Greta Thunberg che fa un discorso: non c'entra niente con l'opera La Boheme. Così come è assurdo che ci siano un ballo in maschera dove viene inscenato un aborto, oppure un Rigoletto dove il duca di Mantova è gay e sta in un gay Pride: sono cose che non hanno nessun senso con con le opere."
"Noi dobbiamo tutelare l'opera lirica italiana, ma anche le strutture che vengono fatte sui sui testi delle opere. Mi dicono a Bayreuth infatti per questo l'associazione è europea, che l'Oro del Reno è stato ambientato in un centro massaggi, con le Valchirie vestite da massaggiatrici. Sono cose che non hanno senso, sono ributtanti ed è la ragione per cui la gente non vuole più andare a teatro. La gente non va più a teatro, non ci vuole più andare a causa di questo monopolio. Alcune persone pensano che la cultura sia loro proprietà privata e ci sono circoli chiusi e sistemi affaristici-clientelari: sembra che la cultura sia loro proprietà! Questo non può più essere in Italia, dobbiamo smetterla con questo senso proprietario della cultura da parte di certi ambienti, soprattutto politici."
"Purtroppo ciò che accade a teatro, è un po' ciò che accade nella società: questo è la situazione che riguarda il teatro e la società intera, cioè una dittatura delle minoranze sulle maggioranze. Ci sono certi cliché, certi atteggiamenti di pochi che devono diventare per tutti: allora non si parla più di papà e mamma, si parla di genitore 1 e genitore 2, si parla degli asterischi, ormai non si può più parlare di maschile femminile. Sono cose che non hanno senso: dobbiamo pensare al paese e ricreare benessere, lavorare a portare in alto il merito. Il problema dell'Italia è che ormai è tutta una consorteria: vengono premiate le persone non per il loro merito, perché sono bravi, perché hanno studiato, ma perché sono amici di qualcuno e questo non sarebbe un problema, se no impoverisse il paese. L'Italia ha bisogno di persone capaci a guidare agenzie, imprese e società, ma anche le società di Stato, che devono creare lavoro e ricchezza. Abbiamo bisogno di meritocrazia vera, non finta: non basta aver fatto un anno di sorteggio per andare a guidare un teatro da 150 milioni di euro".
Alberto Veronesi, 55 anni, è figlio dell’oncologo Umberto ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e dopo essersi diplomato nel 1992 ha fondato l'Orchestra Cantelli di Milano, divenendone direttore artistico e musicale. Veronesi ha lavorato in tutta Italia ed anche all'estero: è stato Music Director della Opera Orchestra of New York e si è esibito in tutto il mondo, da Salisburgo, a Tokyo fino a Tel Aviv. Durante la sua brillante carriera ha ricevuto anche alcuni premi: nel 1999 il Premio Koch per la registrazione del Falstaff di Salieri e nel 2006 Premio Europeo "Lorenzo il Magnifico" dall'Accademia Internazionale Medicea di Firenze. É stato più volte il direttore del Festival Puccini di Torre del Lago, dirigendo tutte le opere del compositore. L'altra grande passione di Veronesi è la politica a cui si dedica da sempre: anticomunista dichiarato, nel 2020 si è candidato per il Pd alle comunali di Milano del 2020, mentre nel 2022 si era candidato a sindaco di Lucca per il Terzo Polo, e poi, nel febbraio 2023, si è presentato invece con Fratelli d’Italia con cui non è stato eletto.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia