13 Maggio 2025
Un’unità subacquea specializzata della Marina Militare è entrata all’interno del Bayesian, ispezionando la zona di poppa. I sub hanno recuperato gli hard disk del sistema di videosorveglianza e hanno documentato come la “porta di sfuggita”, situata sulla parte posteriore della sala macchine, sia aperta.
Nel corso dell’operazione, documentata nel video reso pubblico da Quarta Repubblica nelle ultime ore, i sommozzatori hanno concentrato la loro attenzione sulla zona di poppa del relitto, ritenuta cruciale per comprendere le dinamiche dell’incidente. Le immagini mostrano chiaramente l’ingresso dei sub in uno dei compartimenti posteriori, fortemente danneggiato ma ancora accessibile.
Durante l’ispezione è stato individuato e recuperato l’hard disk del sistema di videosorveglianza di bordo, un elemento potenzialmente decisivo per chiarire gli ultimi momenti prima della scomparsa del contatto con il battello. Gli inquirenti confidano che i dati, se non compromessi dall’acqua salata, possano fornire immagini utili a ricostruire quanto accaduto al Bayesian la notte tra il 18 e 19 agosto.
Un dettaglio è emerso durante l’esplorazione: la cosiddetta “porta di sfuggita”, un’apertura d’emergenza situata nella sezione inferiore del modulo di poppa, considerata la seconda uscita della sala macchine, è risultata aperta. Gli investigatori stanno cercando di capire se l’apertura sia avvenuta prima o dopo l’affondamento, e soprattutto se si tratti di un tentativo di evacuazione o di un atto deliberato.
Nel frattempo, è stato confermato che il vetro crepato tra la sala macchine e la control room non sia stato la causa dell’affondamento dello yacht Perini Navi.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
Intervistatati dal GdI, 2 inquirenti hanno rivelato che i servizi segreti avrebbero “piazzato cariche esplosive sullo scafo del veliero e fatte esplodere la notte tra il 18 e 19 agosto”. Inoltre, hanno aggiunto che “molto probabilmente le prove saranno occultate una volta che lo yacht sarà recuperato e spostato verso il porto di Termini Imerese”.
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