Inchiesta Gintoneria, Fabrizio Corona: "Lacerenza stava con una minorenne, la faceva pippare e sco***no con altri uomini e donne, lui la filmava" - VIDEO

Quel locale di Milano lo conosciamo tutti, tutti sanno cosa si fa alla Gintoneria», esordisce Fabrizio Corona nel suo nuovo "Corona on Air", in cui ospita il suo avvocato Gianmaria Fusetti.

Corona su Lacerenza e Stefania Nobile
Corona racconta che qualche tempo fa Lacerenza aveva iniziato a frequentare una ragazza giovanissima, «di 17 anni», dice, ma Fusetti lo corregge: «Ne aveva 19». Lei si chiama Clotilde Conca Bonizzoni e appariva nei video sui social con il proprietario della Gintoneria, mentre seminuda ballava con lui e lo baciava. «La ragazzina smette di andare a scuola, si fidanza con Lacerenza e frequenta la Gintoneria, va a casa di Davide, fanno l'amore, pippano, si alcolizzano, sc**no con altri uomini, altre donne», dice Corona.

Fusetti aggiunge: «Questa ragazza la conosco da quando è nata perché ho avuto una relazione con sua madre Erica. Quando ha iniziato a frequentare Lacerenza abbiamo pensato che non fosse sano che avesse queste abitudini». Corona racconta poi di essere andato una sera alla Gintoneria «per prendere una bottiglia alle 7 di sera» e di aver incontrato proprio Erica, Clotilde e Lacerenza insieme: «Ho chiamato l'avvocato Fusetti, gli ho chiesto "ma cosa ci fa la tua fidanzata insieme alla figlia minorenne e Lacerenza a bere, pippare e fare orge? Tra l'altro Lacerenza mi mostrò anche un video in cui Erica veniva sc***a da altri uomini». L'avvocato fa buon viso a cattivo gioco: «Fortunatamente mi hai avvertito, ma da tempo non stavamo più insieme. Sono andato al locale a dirle di non frequentare più quel personaggio, lui si fece una risata. Adesso però non ride più».
Corona si accanisce ancora sulla ragazza: «Stava con Lacerenza e accettava di fare sesso con altri uomini per poter frequentare il locale e fare questa vita tra alcol e droga e frequentare personaggi del mondo dello spettacolo».

Poi la domanda decisiva a Fusetti: perché ci hanno messo tre anni ad arrestarli, nonostante tutta Milano sapesse ciò che succedeva, e perché sono ai domiciliari e non in carcere? «Perché cercavano dei nomi più importanti», dice l'avvocato. «Il locale era frequentato da personaggi del mondo dello spettacolo, calciatori, nomi grossi». «Anche politici», aggiunge Corona.