20 Settembre 2023
Maxitruffa del reddito di cittadinanza scoperta a Milano, dove sono stati frodati circa 2 milioni e 600 mila euro, da 600 extracomunitari (prevalentemente somali), sprovvisti dei requisiti per l’erogazione del sussidio.
I soggetti, con la complicità di negozianti compiacenti, riciclavano il denaro effettuando il versamento dell’intero importo via pos e incassando i contanti; i commercianti in cambio trattenevano dalle somme dal 10 al 15% per le commissioni bancarie.
L’indagine è stata condotta dai Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano, che hanno concluso gli accertamenti relativi all’indebita percezione del reddito di cittadinanza nella città di Milano da parte di cittadini extracomunitari e della illecita monetizzazione del beneficio ad opera di commercianti compiacenti che già nel dicembre 2022 aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica del Capoluogo, nei confronti di un cittadino bengalese, titolare di una attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.
Le indagini, avviate nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, muovono dagli esiti delle attività di monitoraggio del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza realizzata anche grazie alla stretta sinergia sviluppata ai vari livelli con gli uffici dell’INPS competenti, che hanno portato i Carabinieri ad individuare numerosi cittadini di origine somala che percepivano il reddito di cittadinanza senza possederne i requisiti. Si è poi accertato, attraverso una minuziosa analisi dei flussi finanziari, che questi effettuavano anomali e ricorrenti acquisti con la carta del reddito di cittadinanza presso tre esercizi commerciali di Milano e in particolare un “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un ristorante (Kebap).
Gli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati a carico dei gestori degli esercizi commerciali, condotti anche attraverso l’esame di tabulati telefonici e le intercettazioni, hanno permesso di acclarare che i tre esercenti avrebbero consentito -a partire dall’ottobre 2020- di monetizzare il beneficio economico del Reddito di Cittadinanza concesso ai soggetti indagati, i quali gli versavano l’intero credito della carta mediante versamenti senza causa tramite POS, così riuscendo a nascondere la provenienza illecita del denaro. In cambio l’esercente consegnava loro somme in contanti, trattenendo su ogni transazione eseguita una percentuale variabile dal 10% al 15%.
Dalle analisi finanziarie è inoltre emerso un incremento delle entrate per le attività commerciali coinvolte: il negozio di telefonia, che dunque non commercializza i beni di prima necessità per cui possono essere impiegate le somme concesse con il beneficio, rispetto all’anno precedente all’istituzione del Reddito di Cittadinanza ha registrato un incremento delle transazioni POS pari a +215.000 euro passando da un incasso mensile di 1.460 euro a circa 23.450 euro (+1600%);
Il negozio di alimentari, dal 1° gennaio 2021 al 9 giugno 2023 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 4.436,73 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 179.806,74 euro; il ristorante dal 28 novembre 2020 al 9 maggio 2021 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 33.424,42 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 92.832,75 euro.
Dunque, rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, le attività economiche in questione, hanno fatto registrare un incremento abnorme delle transazioni POS non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità.
Le persone che hanno effettuato acquisti con la carta RdC sono 633: di queste, 597 sono state individuate come percettori indebiti e denunciate per truffa aggravata. I restanti 36 soggetti, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio che è stato immediatamente sospeso.
Ammonta a circa 413.000,00 euro la somma di denaro riciclata dagli esercenti, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati viene quantificata in 2.374.000,00 Euro.
Due dei tre titolari delle attività commerciali che monetizzavano il sussidio, sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di riciclaggio continuato, sottoposti a perquisizione locale e personale con conseguente sequestro della somma in contanti di 40.000,00 euro considerato profitto del reato, mentre il terzo, cittadino bengalese titolare dell’attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, lo scorso dicembre, dai militari del Gruppo Tutela Lavoro di Milano, è stato sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica del Capoluogo. A carico di quest’ultimo i Carabinieri hanno anche proceduto al sequestro per equivalente della somma illecitamente accumulata. Lo stesso è stato condannato per applicazione di pena su richiesta delle parti dal GIP del Tribunale di Milano alla pena della reclusione di anni 2 e mesi 6 e della confisca di 20.800 euro pari al profitto del reato di riciclaggio commesso.
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