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Coronavirus, Guerra: ‘È un mostro, è aggressivo e veloce’

29 Aprile 2020

Coronavirus, Guerra: ‘È un mostro, è aggressivo e veloce’

Coronavirus, Guerra: ‘È un mostro, è aggressivo e si diffonde velocemente’

Il Coronavirus era, fino a pochi mesi fa, completamente sconosciuto. Mentre inizialmente molti scienziati consideravano il Covid-19 meno pericoloso dell’influenza, la rapidità con cui si è diffuso il virus ed il numero drammatico di vittime causato ha portato gli esperti a rivedere le loro posizioni. Ora, alla luce degli studi fatti, il direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, ne ha delineato un quadro più completo. Le sue dichiarazioni sono drammatiche. “È aggressivo, si diffonde con estrema velocità e ha di fronte un altissimo margine di popolazione suscettibile da infettare” ha rivelato al Corriere della Sera il Direttore. “Soltanto ora – ha dichiarato l’esperto - stiamo cominciando a comprendere come funziona. Siamo passati dall'ipotesi di influenza pesante a una realtà molto diversa. Il virus attacca l'intero sistema, non solo i polmoni, arriva nell'endotelio vascolare, è causa di patologie neurologiche importanti, attacca selettivamente in base a età e sesso”. “E' un mostro - ha commentato Guerra - non abbiamo idea di cosa altro possa causare, lo scopriamo giorno per giorno”.

Coronavirus, Guerra: ‘Dobbiamo imparare a convivere col virus’

"E’ un ospite molto scomodo e non cederà” ha spiegato Guerra aggiungendo che dobbiamo imparare a “conviverci, cercando un adattamento progressivo con un germe nuovo, sperando che nel tempo diventi meno aggressivo". Nonostante le conoscenze siano maggiori rispetto a quelle che si avevano mesi fa, rimangono tante le incognite. "Non sappiamo – ha spiegato Guerra - quanto ha colpito finora e per questo verrà svolta l'indagine con i test rapidi sierologici che forniranno nuovi elementi di valutazione. I risultati arriveranno a fine maggio”. “In base al l'esperienza della Cina – ha concluso l’esperto - sappiamo che Sars-Cov-2 nell'80-85% dei casi non ha dato sintomi. In Italia non abbiamo numeri. Finora i calcoli sono basati solo sui tamponi".

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