05 Dicembre 2020
Esplode il caso Suarez. L’ex-attaccante del Barcellona, ora all’Atletico Madrid, ha sostenuto a Perugia un esame di italiano che gli ha permesso di ottenere la cittadinanza in tempi record a metà settembre. Ecco, quello stesso esame è stato considerato una farsa, una truffa ai danni dello Stato per permettere che l’uruguaiano ottenesse in tempi record il passaporto per passare alla Juventus. Il trasferimento alla fine è saltato, ma gli strascichi legali della vicenda proseguono.
Oggi i magistrati hanno presentato gli avvisi di garanzia a Fabio Paratici, dirigente del club bianconero, e agli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco. Allo stesso tempo, sono stati sospesi i vertici dell’ateneo umbro, su tutti la rettrice Giuliana Grego, il direttore generale Simone Oliveri, la professoressa Stefania Spina e Lorenzo Rocca, componente della commissione d’esame. I reati a carico degli indagati sono rivelazione del segreto d'ufficio, finalizzata all’indebito profitto patrimoniale, oltre che plurime falsità ideologiche in atti pubblici. Al vaglio degli inquirenti anche la telefonata con cui Paola de Micheli, attuale Ministro dei Trasporti, ha messo in contatto Fabio Paratici, che risulta essere un suo amico d’infanzia, con il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, per aiutarlo, sembra, nell’organizzare l’esame farsa.
“Gli accertamenti investigativi hanno consentito - da quanto si legge nella relazione dei magistrati - di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per "accelerare" il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all'università, tuttora in corso di approfondimento". La Juventus è stata dunque complice attiva della frode, con complici riscontrati anche all’interno delle istituzione governative. A Paratici viene imputato di aver rivelato false dichiarazioni al pubblico ministero. Il club torinese si difende, garantendo “con forza la correttezza dell’operato del suo dirigente”.
A dare una svolta alle indagini sono state le perquisizioni avvenute il 22 settembre 2020, cinque giorni dopo la sessione d’esame sostenuta dall’ex-attaccante del Barcellona. Le indagini hanno dunque irrobustito il quadro probatorio, arrivando a chiarire i passaggi che hanno portato all’istituzione di una sessione di esame considerata, appunto, una farsa. a Suarez è stato poi consegnato l’attestato di conoscenza della lingua italiana di livello B1. Grazie a questo certificato, Suarez poteva ottenere dunque la cittadinanza italiana, visto che sua moglie detiene un passaporto del nostro Paese. La cittadinanza era un requisito necessario per completare il trasferimento alla Juventus, visto che il club torinese aveva già esaurito i posti in rosa per gli extracomunitari.
Nonostante poi l'affare Suarez alla Juventus sia saltato, "la dirigenza della Juventus si muoveva ai massimi livelli istituzionali per velocizzare la pratica ministeriale”. In particolare, è emerso “che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l'esito ed il punteggio d'esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus - prosegue il documento dei magistrati - con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l'Università".
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