18 Novembre 2020
Il dibattito tra le Regioni e tra governo e Regioni continua acceso e sulle fasce e le strette previste nelle varie aree e torna la questione del Natale.
Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, dice a Sky TG24: "La mia paura è quella del Natale. Noi vogliamo vivere un Natale normale, ma, se immaginiamo di farlo come qualcuno ha vissuto le settimane dell'estate, a gennaio o febbraio ritorneremo in questa situazione e non possiamo permettercelo".
"Faremo di tutto - ha detto la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa - perché il Natale sia reso più tradizionale possibile, ma è ovvio che non si potrà minimamente cedere alla tentazione di lasciare, che rivediamo il film che abbiamo già visto durante l'estate".
E' intervenuto sull'argomento anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in collegamento con Mattino 5: "Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione. E' ovvio che, in base al Dpcm, una questione di cautela impone che quando si entra in una certa zona si debbano confermare i dati per due settimane, quindi noi fino al 27 novembre resteremo in zona rossa".
"L'evoluzione dell'epidemia - ha detto Fontana - parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c'è un aumento, ma molto più ridotto".. "Diciamo che siamo arrivati in cima al plateau, a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa", ha aggiunto Fontana.
"Credo - ha osservato - che sia meglio un po' di cautela all'inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. E' meglio avere un po' di cautela iniziale e cercare di metterci in sicurezza. Anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà".
"Questi miglioramenti non sono determinati dal lockdown dello Stato, perché gli effetti di una misura si vedono dopo almeno 15 giorni. Adesso stiamo vivendo i risultati che derivano all'ordinanza della Regione Lombardia del 22 ottobre. Tra qualche giorno inizieremo a vedere i risultati del lockdown nazionale". "L'evoluzione dell'epidemia parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c'è un aumento ma molto più ridotto. Diciamo che siamo arrivati in cima a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa", ha aggiunto Fontana.
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