23 Ottobre 2020
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 17-05-2020 Roma Cronaca Coronavirus, commercio Nella foto: in una pizzeria si sistemano i tavoli secondo le nuove disposizioni del governo Photo Mauro Scrobogna /LaPresse May 17, 2020  Rome, Italy News Coronavirus outbreak: commercial businesses In the picture: a pizzeria arrange the tables according to new government guidelines
L’osservatorio sul precariato dell’Inps mostra, ancora una volta, come fino ad ora le vittime della crisi economica scatenata dal Covid-19 siano state per ora le categorie di contratti meno garantiti. I dati di fine luglio mostrano come i posti a tempo determinato erano oltre mezzo milione in meno rispetto a 12 mesi fa, 568.800 in meno per la precisione. Calo netto anche per gli stagionali che sono 174 mila in meno sempre rispetto ad un anno fa. Complessivamente dunque, il Covid-19 è costato il lavoro a circa 780 mila italiani. Le previsioni sono tuttavia molto più negative se prendiamo in considerazione che le nuove restrizioni andranno a colpire settori come la ristorazione, alberghi e spettacoli, anch’essi formati in gran parte da assunti non a tempo indeterminato.
Intanto il Governo sta lavorando, insieme ai sindacati, per confermare la proroga del divieto di licenziamento per gli assunti a tempo indeterminato. La Fondazione Studi consulenti del lavoro, ha stimato che i posti di lavoro a rischio, solo nelle piccole e medie imprese, sono ad oggi circa 1 milione, il 10% del totale. Il dato è il risultato di una stima che unisce più fattori: le chiusura già avvenute, le mancate assunzioni, i licenziamenti per cui è stato già avviato il processo e quelli stimati dopo la fine del blocco, previsto per la fine del 2020 e il mancato rinnovo di tutti i contratti a tempo determinato. Si pensa che a essere più penalizzati saranno i dipendenti delle piccole medie imprese e gli over 55, anche perché i giovani e gli autonomi sono stati colpiti massicciamente durante la prima ondata. Meno rischi per chi lavora invece nelle grandi aziende.
A pagare saranno soprattutto quindi gli alberghi e i ristoranti. Si stima che più del 15% dei dipendenti in questi settori perderà il lavoro. Ma anche i settori che guardano alla cultura, al turismo, cinema e teatri subiranno riduzioni simili. Meno a rischio invece il settore manifatturiero e quello del credito e delle assicurazioni. Si stima che l’impatto della crisi sarà infatti nullo per chi lavora nel settore. Serviranno comunque almeno due anni per permettere alle imprese di tornare ai fatturati pre-Covid.
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