Gaza, l'appello di oltre 50 atleti da tutto il mondo: "Israele fuori dalle competizioni sportive finché non fermerà genocidio"
Oltre 50 atleti lanciano un appello: “Israele fuori dalle competizioni finché non fermerà le stragi a Gaza”
Oltre 50 atleti di tutto il mondo, uniti sulla piattaforma Athletes 4 Peace, hanno firmato un appello su Gaza, che chiede di escludere Israele dalle competizioni sportive finché non fermerà il genocidio che lui stesso sta causando.
Gaza, l'appello di oltre 50 atleti da tutto il mondo: "Israele fuori dalle competizioni sportive finché non fermerà genocidio"
Lo sport non può più rimanere neutrale. È questo il messaggio lanciato da oltre 50 atleti internazionali che, attraverso la piattaforma Athletes 4 Peace, hanno firmato una lettera aperta per chiedere alla Uefa e alle istituzioni sportive globali la sospensione immediata di Israele dalle competizioni internazionali. Una presa di posizione che rompe il muro dell’indifferenza e dà voce a chi, nel mondo dello sport, rifiuta il silenzio davanti al massacro di Gaza.
Nella dichiarazione si legge: “Crediamo che lo sport debba sostenere i principi di giustizia, equità e umanità. Restare in silenzio significa accettare che la vita di alcuni valga meno di quella di altri”. I numeri forniti dalla Palestine Football Association parlano chiaro: 421 calciatori uccisi o morti di fame a Gaza, tra cui 103 bambini. A ciò si aggiunge la distruzione di 288 impianti sportivi, di cui 268 nella Striscia.
Tra i firmatari compaiono nomi noti come Hakim Ziyech ed Anwar El Ghazi, licenziato dal Mainz nel 2023 per aver espresso sostegno pubblico alla causa palestinese. Al loro fianco, anche il club cileno Palestino, fondato da immigrati palestinesi nel 1920 e simbolo di una comunità che rivendica dignità e giustizia con lo slogan “Más que un equipo, todo un pueblo”.
Il documento cita anche il recente rapporto della Commissione delle Nazioni Unite, che accusa Israele di aver commesso quattro dei cinque atti di genocidio previsti dalla Convenzione del 1948. Un passaggio che ribadisce la responsabilità morale delle organizzazioni sportive: “È un obbligo agire contro chi rappresenta un Paese che perpetra crimini contro l’umanità”.
Il ricordo va anche a Suleiman al-Obeid, leggenda del calcio palestinese, ucciso mentre cercava cibo per i figli: “In vita portava speranza, da morto ci ricorda perché non possiamo restare in silenzio”.
Il messaggio degli Atleti per la pace è netto: “Chiediamo la sospensione immediata di Israele finché non rispetterà il diritto internazionale. Lo sport non deve coprire crimini e ingiustizie, ma schierarsi dalla parte della vita”.