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Imane Khelif, chi è la boxeur con cromosomi maschili che sfida Angela Carini alle Olimpiadi 2024, è nata uomo o donna?

Ai Mondiali era stata squalificata per livelli elevati di testosterone e cromosomi maschili nel DNA, ora gareggia nella competizione femminile di pugilato ed è boom di polemiche; ma lei è uomo o donna? La sua definizione corretta non sarebbe "transgender" bensì "intersex"

01 Agosto 2024

Olimpiadi Parigi 2024, pugile uomo trans Imane Khelif contro Angela Carini nella categoria femminile, ai mondiali squalificato per test genere

Imane Khelif è una pugilessa algerina che sfida l’italiana Angela Carini nel match del primo turno del torneo di boxe femminile della categoria 66 kg alle Olimpiadi di Parigi 2024. Sulla sua presenza nella categoria donne sono sorte tantissime polemiche. L’atleta era stata squalificata dagli ultimi Mondiali per livelli elevati di testosterone, inoltre lei ha cromosomi maschili nel DNA. Ora tutti si chiedono se lei sia un uomo, una donna o una transgender. La definizione corretta però sarebbe quella di "intersex".

Imane Khelif, chi è la sfidante di boxe di Angela Carini alle Olimpiadi 2024

L’atleta algerina di 25 anni è al centro della bufera per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella categoria femminile di boxe dopo la sua esclusione dai Mondiali per livelli elevati di testosterone. Secondo il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Khelif avrebbe tutti i requisiti per partecipare alla competizione con le donne. Ma lei è nata uomo o donna? Secondo alcuni, definire Khelif una persona trans sarebbe errato. Il termine preciso nel suo caso sarebbe intersex.

L’Istituto Superiore di Sanità definisce intersex come “tutte le variazioni innate (presenti fin dalla nascita) nelle caratteristiche del sesso”, che possono riguardare cromosomi sessuali, ormoni sessuali, genitali esterni o componenti interne dell’apparato riproduttivo. Khelif sarebbe nata donna, ma avrebbe un livello eccessivo di testosterone e presenza di cromosomi maschili nel DNA.

Lei ha sempre vissuto e si è identificata come donna e tutta la sua carriera sportiva si è svolta nelle competizioni femminili, nonostante alcune esclusioni come quella dalla competizione organizzata dall’International Boxing Association (IBA), non riconosciuta dal CIO, a causa di un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel DNA. La squalifica, contestata dall’atleta, secondo l’IBA è stata decisa dopo una “meticolosa revisione” e ha portato all’esclusione anche della taiwanese Lin Yu-ting, entrambe ritenute con “vantaggi competitivi” sulle rivali.

A Parigi, il CIO non è entrato nei dettagli e ha semplicemente affermato che tutte le atlete iscritte alle competizioni rispettano i requisiti. Tuttavia è noto che il Comitato vieta espressamente l’ispezione degli organi sessuali (giudicata umiliante) e non presume che valori alti di testosterone diano automaticamente vantaggi nelle prestazioni, ma richiede che questi vantaggi vengano dimostrati invertendo dunque l'onore della prova.

Khelif partecipa alla sua seconda Olimpiade, dopo quella di Tokyo 2020, dove non ha raggiunto il podio nella categoria 60 kg.

Chi è Imane Khelif, le polemiche sulla sua presenza nella categoria femminile di boxe

Khelif ha scoperto la boxe pochi anni fa dopo essersi appassionata a questo sport guardando in TV le Olimpiadi di Rio 2016. Lei proviene dal villaggio di Tairet, sui Monti dell’Atlante in Algeria, e ha iniziato a fare pugilato contro la volontà iniziale della sua famiglia. Per raggiungere la palestra, percorreva dieci chilometri ogni giorno e ha venduto metallo raccolto nei rifiuti per pagarsi l’autobus e gli allenamenti. Ha debuttato ai Mondiali del 2018 fermandosi al 17º posto. Nel 2021 e nel 2022 è stata premiata come migliore atleta algerina e ora è ambasciatrice dell’UNICEF. “Ho iniziato con nulla, ora ho tutto – ha detto in un colloquio con l’UNICEF -. E ora entrambi i miei genitori mi sostengono, sono i miei più grandi tifosi”. “Non lasciate che gli ostacoli vi fermino. Io sogno la medaglia d’oro”.

Lei si è sempre definita donna, ma talvolta è stata esclusa dalle competizioni femminili di boxe per la presenza di un elevato livello di testosterone e di cromosomi maschili nel DNA. La sua prima gara alle Olimpiadi di Parigi 2024 è contro l’italiana Angela Carini, ma la sua partecipazione ha sollevato molte polemiche. In tanti sostengono che farla careggiare contro le donne sia ingiusto perché partirebbe con dei vantaggi fisici che le altre donne non hanno.

Tuttavia la normativa del Cio sugli atleti Dsd e transgender permette anche a pugilesse come Khelif e la taiwenese Lin Yu-Ting, di gareggiare ai Giochi nonostante precedenti esclusioni. Imane non sarebbe transgender (genere comunque ammesso dal Cio), ma persona con differenza dello sviluppo sessuale ovvero con un tasso di testosterone più elevato di quello medio di una donna.

Il Cio vieta espressamente l’ispezione degli organi sessuali (giudicata umiliante), non istiga all’uso di sostanze farmacologiche che abbassino il testosterone provocando malesseri e depressione, non presume che valori alti di testosterone diano automaticamente vantaggi nelle prestazioni ma richiede che questi vantaggi vengano dimostrati nell’ambito specifico della disciplina. Si inverte dunque l’onere della prova. Tutto questo ha permesso a Imane di gareggiare nella categoria femminile.

Vladimir Luxuria: “Imane Khelif non è una boxeur trans, è nata donna”

La ex politica Vladimir Luxuria è intervenuta sulla questione dopo l’accesissimo dibattito che si è creato sui social. “Imane Khelif non è una persona trans. Basti pensare che è algerina, che rappresenta l’Algeria, l’ha già rappresentata nel 2020 a Tokyo durante i Mondiali. In Algeria la transessualità è un reato, così come l’omosessualità. Non avrebbe potuto fare la transizione in Algeria. Lei è nata donna. Ha solo un problema di livello alto di testosterone. Motivo per il quale Kremlev, il presidente russo della International Boxeur Association, la escluse dai mondiali (…) È semplicemente una donna. Esistono donne che hanno livelli di testosterone più alti. Vi ricordate il caso della sudafricana Caster Semenya sudafricana? Loro controllano i livelli di testosterone. Stanno usando noi per andare contro Macron come se Macron c’entrasse qualcosa con la scelta delle persone che devono gareggiare, decise dal comitato olimpico internazionale. Loro sono esperti, sono un ente non governativo”.

Nonostante queste dichiarazioni, in molti continuano a ritenere che Imane possa avere vantaggi fisici su Angela Carini e su tutte le altre boxeur donne con livelli di testosteroni tipici delle persone di sesso femminile e prove dei cromosomi maschili nel Dna, che invece ha Khelif.

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