20 Aprile 2021
Fonte: lapresse.it
"Dobbiamo salvare il calcio con la Superlega europea, cercheremo di partire il più presto possibile". Così Florentino Perez, presidente del Real Madrid e numero 1 della Superlega, in una lunga intervista a El Chiringuito. Qui ha illustrato il progetto che coinvolge 12 squadre e che rischia di creare un terremoto nel calcio europeo. "Parleremo con la Uefa e con la Fifa, non so perché debbano arrabbiarsi. Quando parlo di salvare il calcio, mi riferisco a tutti".
La Uefa "ha presentato un format" della Champions League "che nessuno comprende, dicono che partirà nel 2024", ha continuato il presidente del Real Madrid. "Nel 2024 siamo morti, ci sono club che hanno perso centinaia di milioni. Tra tutti, abbiamo perso 5 miliardi. Il Real Madrid, in appena due stagioni, ha perso 400 milioni". Dunque è "assurdo che il nuovo format" della Champions "debutti solo nel 2024".
A chi dice che la Superlega sia un torneo 'chiuso', Perez replica: "Non so perché si dica così. Il calcio deve essere di tutti", ribadisce. Rimane "possibile una coesistenza con la Champions League? Chiaro che si deve proseguire, magari facendo una seconda lega. Ci sono paesi che vogliono entrare. I club vogliono cambiare, perché nella situazione attuale siamo morti. Ci sono molte società che hanno bisogno di giocare, facciano una seconda lega". E infine: "Il calcio in questo momento attira meno i giovani, vogliamo sviluppare una competizione che li convinca ad abbandonare i tablet, vogliamo che il calcio sia intrattenimento".
L'annuncio della nascita della Superlega, arrivato domenica 18 aprile, ha scosso tutti, addetti ai lavori e tifosi, questi ultimi che si stanno chiedendo cosa ci sia dietro questa "rivoluzione" e quali siano i pro e i contro. Difficile per il momento avere un'idea chiara, ma è già possibile esibirsi in qualche considerazione in più. Passata la sorpresa iniziale, è facile capire come mai la Superlega sia stata così caldeggiata dai maggiori club di calcio europei.
Tra i contro bisogna mettere senz'altro il carattere fortemente elitario della competizione. Più blasone, meno meritocrazia. Non sarà impossibile, infatti, che anche il Monza possa finire, un domani, a disputare la Superlega. Gli basterebbe garantire forti, anzi fortissimi investimenti per rendere molto più competitiva la rosa. Viceversa non vedremo mai il Leicester, o quantomeno non lo vedremo per i suoi meriti sportivi, ma solo se appunto, se arrivasse a garantire investimenti mastodontici sulla rosa.
Qui, però, uno sguardo attento non troverebbe molta differenza con i progetti della UEFA degli ultimi anni. Nelle ultime dieci edizioni della Champions League, infatti, il Real Madrid è arrivato in semifinale ben otto volte e il Bayern Monaco sette volte. In pratica i due giganti hanno costituito una sorta di monopolio. Il Fair play finanziario, istituito per regolamentare i conti e aumentare la competizione tra i club, non è servito a nulla. Basta guardare chi sono stati i vincitori degli ultimi anni nelle principali campionati europei. In Italia, la Juventus ha vinto nove campionati negli ultimi nove anni. Il già citato Bayern nell'ultimo decennio invece ne ha vinti otto. Mentre il PSG sette. Per non parlare della Spagna, contesa da anni dai giganti di Real Madrid e Barcellona... Insomma, a parte quello inglese, non esiste un campionato effettivamente competitivo.
Il Fari play finanziario, nato per "appiattire" su un unico livello i club, non è servito. In questo senso, è emblematico il caso proprio del PSG. Il team parigino ha acquistato due calciatori per quasi 400 mln di euro totali. Lo ha fatto grazie all'intervento di sponsor di dubbia provenienza. Chi sta dunque parlando di "morte del calcio", per la nascita della Superlega si è dimenticato del PSG, come si è dimenticato dell'assegnazione dei mondiali al Qatar. Tra l'altro, il PSG, che non è stato mai sanzionato per le sue "spese folli", risulta il club a oggi più vicino alla UEFA, e il suo presidente, coincidenza, è al vertice della monarchia proprio del Qatar.
In Italia le squadre che parteciperanno sarebbero tre: Milan, Inter e Juventus. A queste forse se ne aggiungerebbe una quarta, che molto probabilmente sarà la Roma. Sono state queste tre squadre, e in particolare la Juventus di Agnelli, a portare avanti l'idea della Superlega europea, basata in per gran parte sui diritti tv.
Rimane per il momento possibile che ci possa essere un "compromesso" tra le parti. Intanto però la UEFA è sul piedi di guerra. Se si farà la Superlega, fanno sapere i vertici, i club partecipanti verranno esclusi da ogni altra partecipazione. Inoltre anche i loro giocatori non potranno partecipare alle competizioni internazionali.
"La Super League è una nuova competizione europea tra 20 club che comprendono 15 club fondatori e 5 qualificati annualmente. Ci saranno due Gironi composti da 10 squadre ciascuno, che giocheranno sia in casa che in trasferta. La Super League, riunendo i migliori club e i migliori giocatori al mondo, riuscirà a offrire un’emozione e un coinvolgimento mai visti prima nel calcio". Queste le parole che si leggono sul sito ufficiale, appena lanciato.
I club che aderiscono alla Superlega "riceveranno 3,5 milioni di euro per sostenere i piani di investimento e per assorbire l'impatto della pandemia", continua il sito (e questo ovviamente sarebbe un pro, per le squadre partecipanti). Ma non si sa ancora però quando dovrebbe iniziare il torneo. Per il momento si fa riferimento a un generico "inizio ad agosto", senza indicare l'anno. Si parte già nel 2021? Per il momento appare molto difficile. In ogni caso, quando si comincerà, si creeranno 2 gironi da 10 squadre, con andata e ritorno. Le prime 3 di ogni girone accederanno ai quarti di finale, la quarta e la quinta classificata dei 2 gruppi si giocheranno gli ultimi 2 posti per la fase a eliminazione diretta. Quindi, avanti con quarti di finale e semifinali fino alla finale che si giocherà in gara unica in campo neutro.
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