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Il valzer dei direttori: Sechi verso il Tg1, Capezzone e Cerno in movimento. Ma Sallusti non si muove

09 Settembre 2025

Il valzer dei direttori: Sechi verso il Tg1, Capezzone e Cerno in movimento. Ma Sallusti non si muove

Tommaso Cerno, fonte: imagoeconomica

È un valzer a cui manca solo la musica. Ma le prove generali sono iniziate da settimane, tra sussurri nei corridoi romani e mezze frasi nei retrobottega editoriali. Il cuore della manovra? Un nome, un incarico e un gruppo editoriale: Mario Sechi, la direzione del Tg1, e la galassia di giornali riconducibili alla famiglia Angelucci. Se davvero, come pare sempre più probabile, Sechi dovesse lasciare la guida di Libero per approdare al notiziario ammiraglio della Rai, si metterebbe in moto una girandola di nomi e incarichi che, tra rivalità antiche e ambizioni fresche, tiene sul chi vive più d’un cronista politico.

Il primo effetto domino sarebbe Daniele Capezzone, che da Libero approderebbe al comando del Tempo. La sua scrittura tagliente— con un occhio sempre rivolto al pubblico televisivo — lo renderebbero, secondo i ben informati, la pedina più naturale per subentrare a Tommaso Cerno. Ma c’è di più: non solo il Tempo, anche Libero cambierebbe pelle, lasciando spazio, secondo uno schema già definito, a Tommaso Cerno.

Sì, proprio lui: ex senatore, ex vicedirettore di Repubblica, ex direttore del Messaggero Veneto — e ora presenza fissa nella vita culturale romana. Cerno, che a breve sarà ospite fisso di Domenica In, sarebbe il volto scelto per rinfrescare la linea del giornale con un taglio più pop, più trasversale, in sintonia con la nuova stagione del centrodestra “plurale” su cui molti stanno scommettendo in vista delle prossime elezioni politiche.

Ma il nodo centrale, politico prima ancora che editoriale, resta il Tg1. La casella è quella che potrebbe liberare Gian Marco Chiocci per approdare nel ruolo di portavoce del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un passaggio che secondo i beni formati e le gestazione da tempo ma che avrà i crismi dell'ufficialità solo tra ottobre e novembre. Chiocci, ex direttore di AdnKronos e prima ancora del Tempo, è considerato figura di assoluta fiducia da Palazzo Chigi: discreto, esperto, perfettamente a suo agio tanto con i dossier di sicurezza quanto con le liturgie dell’informazione istituzionale.

Il nome di Mario Sechi circola da settimane come possibile sostituto. Giornalista passato sotto le ali di Mario Monti e poi portavoce di Giorgia Meloni, Sechi ha costruito nel tempo un rapporto solido con la premier. E il Tg1, per sua natura, è molto più che una testata: è un luogo sensibile, un nodo simbolico del potere mediatico. “Sarà lui”, dice convinto un parlamentare di centro-destra. “Ma serve un equilibrio nei contrappesi editoriali. Ecco perché la partita è ancora aperta”.

Già, perché nell’universo Angelucci — che controlla Libero, Il Giornale e Il Tempo — gli equilibri sono mobili, ma non per questo facili da spostare. Lo ha dimostrato Alessandro Sallusti, quando si provò a proporre un primo giro di valzer. L’idea era far salire proprio lui, storico direttore del Giornale, alla guida di un Libero “rafforzato”. Non se ne fece nulla.

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