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Quando gli schemi americani non funzionano nel cinema italiano: il caso "Dedalus". Opera che resta ibrida e non convince

Analisi culturale di un malfunzionamento narrativo che deriva dal provincialismo di un certo cinema da Italietta

11 Luglio 2025

Quando gli schemi americani non funzionano nel cinema italiano: il caso "Dedalus".  Opera che resta ibrida e non convince

Tipico il caso di un film il cui trailer convince e incuriosisce ma l'opera delude. Questo di solito accade quando il cinema italiano viene costretto a seguire uno schema proprio di altre tradizioni cinematografiche (Usa) fallendo in questa imitazione ideologica, forzata. Lo schema è quello di Hunger Games, l'Enigmista, Cube o, più recentemente: Heretic; cioè un reality che mette in competizione più influencer per vincere un milione di euro che si rivela in realtà un inganno pericoloso. Nonostante alcuni stilemi estetici siano stati ripresi bene, come l'autovettura filmata dall'alto mentre procede in modo placido in una strada dentro un bosco (Funny Games, tra i molti) e nonostante tutti gli attori siano stati bravi il meccanismo narrativo non si rivela all'altezza delle aspettative che il soggetto narrativo genera. I personaggi non vanno oltre la macchietta tipica della commedia all'italiana nazionalpopolare (tranne l'ottimo Tognazzi), la tensione è debole e non coinvolge, il ritmo stentato, l'ambientazione appare eccessivamente dimessa, domestica, pauperistica. Un film all'americana come trama ma privo della loro magnificenza tecnica, della loro efficacia dell'artificio e nell'artificio, della loro cruda spietatezza. Da un certo punto di vista questo film "a schema" è più autentico e più realistico dei suoi omologhi esteri ma il problema è proprio questo: troppo realistico! L'opera cade nella prevedibilità, nel moralismo di massa e perde proporzionalmente in intensità e capacità espressiva. L'arte deve simulare il reale ma nel contempo ri-crearlo ad un livello artistico ed estetico gradevole e convincente. Quì l'eccesso di adesione alla percezione di massa indebolisce la mediazione artistica facendo assomigliare la vicenda eccessivamente al mondo dei social e della televisione quale viene vissuto quotidianamente. Un corto circuito linguistico che autovanifica la forza del cinema. E così si perde anche il senso del mistero e la forza della tensione; per cui anche le belle e raffinate citazioni esoteriche-artistiche (il Goya dei sabba e di Saturno divorante, Mithra che uccide il toro) restano orpelli decorativi sprecati come in parte appare sprecato il finale in certi dettagli non sottolineati nè valorizzati adeguatamente. Questo film ci fa capire la differenza tra violenza, paura e semplice cattivo gusto. Non possiede la perfetta estetica anglosassone, nè l'esistenzialismo del nord europa nè lo stile del cinema orientale ma neppure il pathos latino o l'eleganza francese. Scene meramente imbarazzanti, o spiacevoli o disagevoli quanto di cattivo gusto. L'identificazione dello spettatore con la narrazione filmica deve essere realizzata dentor uno scenario artistico, non deve mai ridursi ad un'identificazione sociale o psicologica eccessivamente diretta, altrimenti l'effetto è solo disturbante e non catartico nè trasfigutativo. Tra gli altri difetti infatti va notato che tutti i personaggi di quest'opera sono negativi: squallidi, mediocri, insulsi, ridicoli. L'Occidente della disperazione si affaccia nel moralismo totalizzante della narrazione. Nei film americani invece, anche più crudi, terribili o distopici c'è sempre almeno un personaggio positivo in cui lo spettatore può simbolicamente identificarsi pienamente. Ennesimo errore: ridurre la narrazione del reality a tre prove da realizzare in una sola giornata. Questo fattore non funziona: era necessario almeno una settimana o tre giorni. Un giorno solo banalizza e svaluta la tensione narrativa, per lo stesso motivo che non puoi parlare di un'astronave che viaggia per 10.000 km: troppo pochi! Esistono dei canoni narrativi da rispettare. Quì manca anche l'a-b-c- del cinema. Se il tema narrativo è potente lo schema spaziotemporale deve adeguarsi. Non puoi ambientare Star Wars a Forlì. Diventerebbe ridicolo. Un film alla Fellini puoi ambientarlo a Forlì, invece. Una lezione speriamo illuminante per il futuro: cinema italiano esci dal suo provincialismo e non seguire più schemi che conosci troppo ma non ti appartengono! Capiranno la lezione?

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