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Teatro Alla Scala, torna in vigore il dress code, cartelli all'ingresso e in biglietteria avvertono: "Niente canottiere, pantaloncini e infradito"

Il dress code non era in realtà mai stato ufficialmente abrogato, ma spesso non veniva fatto rispettare; ora si torna ad un abbigliamento più consono (soprattutto per quanto riguarda gli stranieri); la parole d'ordine è "buon senso"

07 Luglio 2025

Teatro alla Scala

Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala ripristina ufficialmente il dress code che, pur non essendo mai stato abrogato, negli ultimi anni non veniva rigorosamente fatto rispettare. Le nuove indicazioni, pensate principalmente per i turisti, spesso poco consapevoli delle aspettative in tema di abbigliamento, stabiliscono delle linee guida minime per garantire un decoro adeguato all’ambiente teatrale.

Teatro Alla Scala, torna in vigore il dress code, cartelli all'ingresso e in biglietteria avvertono: "Niente canottiere, pantaloncini e infradito"

Non si tratta di regole particolarmente severe, come l’obbligo di cravatta o abbigliamento da sera, ma di un insieme di norme di buon senso che vietano alcuni indumenti troppo casuali: canotte, pantaloncini corti e infradito sono vietati. Le informazioni sono chiaramente esposte all’ingresso e in biglietteria, e i maschere provvederanno a farle rispettare, avvisando però che i biglietti non saranno rimborsabili per chi non rispetta le indicazioni.

In ogni caso, il divieto di canotta non si applica alle donne, che potranno indossare bluse o abiti senza maniche, mentre il divieto di infradito non esclude le spettatrici giapponesi che indossano il tradizionale kimono con calzature tradizionali. La direzione del teatro ha infatti ribadito che le regole sono pensate per garantire un aspetto decoroso, ma con un approccio flessibile e rispettoso delle diversità culturali e di stile. Buon senso è la parola d'ordine.

"La Direzione invita il pubblico a scegliere un abbigliamento consono al decoro del Teatro, nel rispetto del Teatro stesso e degli altri spettatori. Non sono ammessi all'interno del Teatro spettatori che indossano canottiere o pantaloni corti; in questo caso i biglietti non sono rimborsabili", recita il messaggio sul sito ufficiale.

Queste nuove regole sono un ritorno alle norme precedentemente in vigore dal 2015, ma che negli ultimi anni venivano talvolta ignorate. L'ex sovrintendente, Dominique Meyer, aveva infatti invocato una maggiore tolleranza, dichiarando che in gioventù, quando era spesso redarguito per il suo "look da operaio" alla Opéra di Parigi, non gli importava come si vestivano i giovani, ma solo che venissero a teatro. A sua volta, la questione dell’abbigliamento non sembra essere tanto legata ai giovani, che spesso sfoggiano look più formali rispetto alle generazioni più anziane, quanto piuttosto agli stranieri con abbigliamenti da turisti poco adatti a un ambiente teatrale.

Con l’avvento degli smartphone, anche il comportamento durante le rappresentazioni è cambiato: sebbene spesso ignorati, gli appelli a non fare foto o video durante lo spettacolo sono diventati frequenti. La Scala, infatti, è stata costretta a lanciare avvisi anche contro il rischio di danneggiare l’ambiente teatrale, dopo che un smartphone è caduto dai palchi colpendo un spettatore in platea. 

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