Venerdì, 05 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Demi Moore sconfitta da Mikey Madison proprio come Elizabeth Sparkle da Sue: ingiusto e surreale!

La genialità di "THE SUBSTANCE" vs l'indipendenza di "ANORA": l'uno nominato e l'altro vincitore agli Oscar 2025, giunti da Cannes passando per la Festa del cinema di Roma

20 Marzo 2025

Demi Moore in "The Substance" di Coralie Fargeat

Fonte/credits: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Candidati entrambi, “The Substance” di Coralie Fargeat e "Anora” di Sean Baker, ma a vincere è il secondo: il cinema indipendente, con un terzo del budget dell'altro, e una giovane attrice con un'esperienza neanche lontanamente paragonabile a quella della star di Hollywood, sex symbol degli anni novanta, hanno avuto la meglio.

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa-montaggio A.Basile

Di Demi Moore sono molti i lavori che non si scordano: dal romanticissimo "Ghost", che le valse la sua prima candidatura al Golden Globe a 28 anni, al riuscito thriller "Codice d'onore", due anni più tardi, nel 1992; dal celeberrimo "Proposta indecente", quella di un affascinante Robert Redford, l'anno dopo, all'allora innovativo "Rivelazioni" del 1994, fino poi - fra il 1995 e il 1997 - a "La lettera scarlatta", "Striptease" e "Soldato Jane". E questo era solo il suo primo decennio.

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

La regista che la dirige abilmente nel diabolico film del 2024 firmò la regia anche di “Revenge”, nel 2017: si trattava, già in quel caso, di un mix di drammaticità e comicità, con una forte spinta al surreale e un tuffo nel genere splatter; la protagonista era una bella e brava Matilda Lutz, che conosco e stimo.

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

Passando ad “Anora”, del regista di cinema indipendente Sean Baker, e alla protagonista, la giovane Mikey Madison, che ha steso le sue abili e ben più agée competitor alla candidatura all'Oscar nella categoria "migliore attrice protagonista", il lavoro e il risultato non sono migliori di quelli visti in "Sono ancora qui" o, per l'appunto, "The Substance", eppure hanno stravinto: il film, dopo aver ottenuto la Palma d’oro a Cannes, ha incassato altri 4 Oscar, quelli per miglior film, migliore regista, migliore sceneggiatura originale e miglior montaggio.

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Tuttavia, c'è, stranamente, un percorso molto simile con “The Substance”, poiché entrambi hanno fatto tappa a Cannes, facendosi notare, poi alla Festa del cinema di Roma e, infine, a Los Angeles. Inoltre, i due film hanno egualmente portato a casa un totale di 14 nomination e 7 premi: se "Anora" ha sbancato agli Oscar, "The Substance" lo ha fatto ai Golden Globe che hanno preceduto la notte italiana del 2 marzo. La sconfitta del film francese (anche le location sono della patria della regista, nonostante le scene del film sembrino girate sul Sunset Boulevard di Los Angeles) da parte di quello statunitense appare ancor più amara.

L'Oscar vinto dal film con la Moore, l'unico dei 5 per i quali era nominato, è stato quello per il trucco e parrucco: in effetti, il lavoro fatto è stato strabiliante.

Alla fine, davvero la performance della Madison è stata superiore a quella della Moore? Assolutamente, no. 

TRAME

Trama "THE SUBSTANCE" di Coralie Fargeat 

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Demi Moore veste i panni di Elizabeth Sparkle, una star considerata sul viale del tramonto per questioni anagrafiche: ha appena 50 anni, ma il suo datore di lavoro, il viscido Harvey, un superlativo Dennis Quaid, la vuole, senza se e senza ma, sostituire con una che abbia la metà dei suoi anni. Tali la delusione e la frustrazione di Elizabeth che la donna cede a un invito misterioso: “Devi provare questo prodotto rivoluzionario. Si chiama “The Substance”. Ti cambia la vita”. La domanda è: “Hai mai sognato una versione migliore di te? Una versione più giovane, più bella, una versione perfetta? Sei sempre tu. Semplicemente, migliore, in ogni senso”. Elizabeth cede all'illusione, ma presto se ne pente.

Non appena iniettata la prima dose, dalla schiena della protagonista letteralmente esce Sue, una splendida e brava Margaret Qualley, che non impiegherà molto a diventare talmente ambiziosa e affamata di successo da mettere a rischio la vita stessa dell'altra parte del suo sè: le due donne, infatti, sono un'unica persona, che una settimana è la cinquantenne Elizabeth e una settimana è la venticinquenne Sue, che si devono alternare rigorosamente ogni 7 giorni.

Naturalmente, i guai inizieranno quando una delle due deciderà di non rispettare più il numero di giorni a disposizione.

Sulla Walk of Fame di Hollywood, la stella con scritto il nome di Elizabeth Sparkle (letteralmente: scintilla) subisce anch'essa il passare inesorabile e crudele del tempo; crudele come le intemperie, i calpestii, le macchie che la rovinano e come le grevi operazioni di pulizia. La grande stella d'oro rappresenta quel fanatico esibizionismo della bellezza femminile che, in fondo, finisce pur sempre sotto i piedi della gente.

A Elizabeth viene data la possibilità di fermarsi: non può tornare indietro, ma può interrompere la catena che la sta portando all'invecchiamento precose e orripilante di alcune zone del corpo, un bel corpo, proprio bello in origine; la donna, però, non ce la fa e continua ad iniettarsi la sostanza, a diventare Sue, rinunciando, dunque, a fermare la perversa autodistruzione. Neppure le parole complimentose e sinceramente amorevoli di un innamorato da sempre di Elizabeth riescono a darle una ragione valida per vivere bene, amata e apprezzata, con il suo mezzo secolo sulle spalle, tanto ben portato; se l'amore non ha posto nella sua vita, ce l'ha la morte. Del resto, Freud accennava al perenne conflitto Eros/Thanatos.

Nell’horror splatter della Fargeat, a tratti persino divertente, applaudito lungamente a Cannes, è chiaro ed interessante, nonché spunto di riflessioni importanti, quanto le due parti dell'unico se' si odino, massacrandosi a vicenda.  

 

Trama "ANORA" DI SEAN BAKER

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Anora è una delle ballerine di un losco locale, esperta in lap dance e altre danze nel privé, senza vestiti, spesso in delle camere a ciò dedicate; quando, una sera, un giovane entra nel night e chiede di una ragazza che parli il russo, viene coinvolta e la sua vita cambia.

All'inizio, in meglio, con i contorni di un sogno: Vanya (Mark Eidelstein), il figlio di un oligarca russo, dopo una breve frequentazione fuori dal locale, le offre 15.000 dollari se sarà la sua ragazza per una settimana; naturalmente, Anie accetta e, trascorsi i sette giorni, i due si fidanzano e, addirittura, lui le fa la proposta di convolare a nozze a Las Vegas. Così, la protagonista si trova a vivere una sorta di favola alla "Pretty woman" e la coppia, felice e contenta, si immerge in un mondo di lusso e sesso, fra alcol e droghe.

Le cose cambiano quando la famiglia di Vanya, che vive in Russia, viene a sapere delle improvvise nozze e, per fare divorziare con altrettanta rapidità i due ragazzi, manda tre scagnozzi a prenderli: giunti alla casa americana dei russi, i tre gorilla bloccano Anie, lasciandosi sfuggire il giovanissimo neo-marito. 

La ragazza, che certo non vuole divorziare dal coniuge, anche perché è il suo sogno quello e davvero pensa che ci sia del sentimento reciproco, si ritrova a dare la caccia al marito con i tre e, dopo una notte lunghissima, lo scova ubriaco laddove avrebbe potuto subito provare a cercarlo. Purtroppo,i suoi sogni andranno infranti…

Ha una tenerezza il personaggio protagonista: a dispetto della volgarità del suo linguaggio, colorito di innumerevoli “fuck”, conta, fino alla fine, su un reale, per quanto reciprocamente inesperto, amore coniugale, rappresentato da quel costoso anello al dito.

Di Vanya vedrà la reale natura, quando toglierà i dollaroni dagli occhi e quell'innocente velo di sogno che vive qualsiasi ventrienne, anche se fa la sex worker in un localaccio di Brooklyn. Il suo carattere allora verrà fuori e, come in "Closer" di Marber/Nichols, sarà proprio la spogliarellista l'eroina del film, la buona, la giusta.

ANALISI & RECENSIONI

Analisi e recensione di "THE SUBSTANCE" di Coralie Fargeat

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Demi Moore è a dir poco straordinaria nel suo ruolo, dotata di enorme coraggio nella scelta e nel darsi al personaggio, bellissima ancora oggi senza se e senza ma; insomma, era da Oscar! Con la sua magistrale performance diretta dall'ottima Fargeat, l'attrice supera se stessa; avrebbe meritato lei l'ambita statuetta d'oro alla migliore attrice protagonista. Su tutte, ma in particolare su Mikey Madison, che ancora deve fare tanta strada e avere lo stimolo a crescere e a differenziarsi, artisticamente parlando, sebbene sia talentuosa, suoni determinata, sembri da qualche tempo una promessa del cinema.

"The Substance" è geniale, per la capacità, grazie alla sceneggiatura e alla regia, di far riflettere lo spettatore, specie se donna, sul messaggio, terribilmente attuale, della bellezza, del suo ruolo, della sua percezione, sia esterna che soggettiva, sia convenzionale che reale, e della valenza che ha o potrebbe avere nell'esistenza di una persona

Il film ha due grosse fasi, che a un tratto si alternano travolgendo il pubblico fino a una conclusione decisamente splatter: nella prima, è terribilmente accattivante, grazie a colori, luci, effetti visivi, quasi si stesse in una dimensione onirica, e grazie alla giovane e magnifica bellezza di Margareth Qualley; nella seconda, sconvolge, spaventa e disarma lo spettatore, costringendolo a vedere oltre la superficie di ciò che appare; forse, a cogliere, un pò violentemente ma con efficacia, alcuni spunti di riflessione molto vicini alla realtà che viviamo, alla società nella quale ci troviamo, ai desideri e alle paure che oggi ci attanagliano.

Si passa, dunque, da sensazioni di impotenza e rapimento di fronte all’irresistibile beltà della provocante Sue a sentimenti di pena per Elizabeth e di vero disgusto per la lotta feroce fra le due donne, nonostante siano, come già detto,incredibilmente legate.

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

Un applauso forte va alla Qualley proprio per l'abilità di riuscire a trasmettere un iniziale candore, che, gratta gratta, rivela poi una feroce aggressività, quella di chi è pronto a tutto per un successo tanto luccicante quanto effimero e pericoloso; Sue agisce pure per un riconoscimento affettivo, che in realtà, così, non arriverà mai.

Si può dire che, per Sue come per Elizabeth, al fondo di tutto ci sia la paura della solitudine e di una tristezza, fino alla morte.

 

Analisi e recensione di "ANORA" di Sean Baker

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Una parola per definire il film, ma anche il cast e, in fondo, il plot? Semplice: gridato!

La critica l'ha acclamato, prima nella prestigiosa Cannes, con il massimo premio del festival, poi nella città degli angeli. L'interpretazione della Madison è stata definita straordinaria, al punto da battere delle competitor assai più d'esperienza professionale e umana e, a mio parere, più brave, meritevoli dell'Oscar alla migliore attrice protagonista.

In particolare, Fernanda Torres è notevole nell'interessante “Io sono ancora qui” e Carla Sofia Gascon ha sfondato con “Emilia Perez”, grande successo del 2024. Della cinquina in nomination, resta da menzionare Cynthia Erivo (“Wicked”).

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

Se "Anora" è originale, la storia narrata è un pò esigua e, a un certo punto, intuibile, un filo prevedibile.

Quanto alla protagonista, beh non è esattamente un esempio da seguire; allora qual è il vero e potente messaggio del film? C'è?

Per concludere, il destino ha tirato un brutto scherzo alla Moore, visto che, come in “The Substance”, a scansarla dal trono della vincitrice è stata una rivale dello stesso sesso con quasi un terzo della sua età, artistica e anagrafica; non si scappa. Come si suol dire, ironia della sorte..

 

I BUDGET E GLI INCASSI

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

Il film indipendente “Anora” ha fruttato sul milione e mezzo di euro al botteghino; l’incasso post-cerimonia degli Oscar è salito dell'854% rispetto alla settimana prima, guadagnando 150.000 dollari, che si sono aggiunti ai totalizzati oltreoceano 25 milioni (di euro naturalmente).

"The Substance”, con il Box Office del 16 marzo scorso, ha incassato più di 3 milioni di euro in Italia e di 70 milioni di euro a livello mondiale.

Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Quanto al budget dei 2 film, se il primo è costato 6 milioni di dollari - oltre altri 18 investiti nella campagna promozionale per gli Oscar dalla casa di produzione Neon; ottima mossa! - per il lungometraggio prodotto da Working Title Films e A Good Story, oltre che dalla regista, sono stati collocati quasi 18 milioni di euro, che è 10 volte tanto il budget di “Revenge”.

 

CONCLUSIONE

Ora, è più facile vedere sul grande schermo “Anora” che “The Substance”, : il primo viene trasmesso in diverse grosse sale cinematografiche italiane, mentre il secondo è programmato in qualche sala minore. Entrambi sono noleggiabili online.

In ogni caso, ne consiglio la visione, anche fosse penalizzata dallo schermo casalingo o, peggio ancora, del cellulare.

Voto a "Anora": 6,5 al film.

Voti a "The Substance": 9; Un voto specifico a Demi Moore.10 e lode.

 Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press - materiale video per accreditati stampa

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x