Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Il Brutalismo di Adrien Brody vola agli Oscar ma rischia con il Bob Dylan di Timothée Chalamet

Brady Corbet dirige un magistrale Adrien Brody e una ferrata Felicty Jones nel cast, ben capeggiato da Guy Pearce, di "The Brutalist"; film notevole, già pluripremiato ai Golden Globe. Voto:9

24 Febbraio 2025

Una scena del film "The Brutalist" di Brady Corbet

Adrien Brody con Felicity Jones e Guy Pearce; scatto effettuato da Alessandra Basile

Nel film "THE BRUTALIST" di Brady Corbet, Adrien Brody è in profumo di Oscar! 

Molti i temi trattati: immigrazione nel dopoguerra, pregiudizi sociali per il diverso, genialità creativa che arriva da oltreoceano, senso della famiglia oltre malattia e povertà, abuso di potere e posizione sociale ai danni dei più deboli, limite di sopportazione rispetto alla dignità personale, avanzamento culturale nel mondo professionale dell'architettura, con l'arrivo di quella brutalista 

Si chiama László Toth l'architetto ungherese ebreo protagonista del film di Brady Corbet e interpretato magistralmente da Adrien Brody: scampato ai campi di sterminio della seconda guerra mondiale, immigra nella Grande Mela, dove speranza e occasioni irripetibili andranno di pari passo con l'estrema durezza della vita lì per un emarginato sulla base di lingua e cultura. Il personaggio principale, in verità, è frutto di fantasia, attraverso il quale sono state raccontate tante storie vere, verissime(!).

Adrien Brody ai Bafta Film Awards; Licenze creative commons, web searching

TRAMA

László Tóth (Adrien Brody) è il protagonista del film, ossia un architetto ebreo di origini ungheresi giunto negli Stati Uniti nel 1947, con un trascorso nei campi di concentramento tedeschi, separato forzatamente dalla moglie, spedita in un altro lager, e con una lingua inglese un pò stentata. Economicamente in difficoltà, accetta l'ospitalità del cugino Attila, residente a New York, che lo invita a lavorare con lui nella sua modesta azienda di mobili dal gusto discutibile; László è geniale: è bravo, capace e intuitivo.

Guy Pearce; Licenze creative commons, web searching

Poi accade, però, che, mentre i due cugini e gli aiutanti stanno ultimando il loro rinnovo della biblioteca Van Buren, piomba in casa, nero di rabbia, proprio il milionario Harrison Lee Van Buren (Guy Pearce), che li butta fuori casa; il nipote del brusco aristocratico, che aveva commissionato l'opera a insaputa dello zio, comunica vigliaccamente ad Attila che non pagherà il lavoro e l'uomo manda via dall’azienda e da casa il povero László, convinto, oltre tutto, che abbia molestato sua moglie.

Disperato,László avrà un'apparente rivincita sulla vita ingrata, grazie all'offerta che il ricchissimo Van Buren, essendo poi rimasto colpito dall'ingegno creativo dell'architetto di Budapest, gli darà un incarico molto ambizioso in Pennsylvania: dovrà progettare e realizzare un centro culturale polifunzionale e di aggregazione, con una biblioteca pubblica, una palestra e una cappella. Il mastodontico progetto aiuterà László ad acquisire notorietà professionale e peso in società e, soprattutto, a guadagnarsi da vivere; tuttavia, il vecchio mecenate si rivelerà nella sua natura umana più subdula, violenta, depravata e disgustosa. E il personaggio più debole della storia - solo apparentemente il più fragile - griderà vendetta e ridarà onore all'amato László: sua moglie Erzsébet (Felicity Jones). 

Felicity Jones; Licenze creative commons, web searching

Il film scorre attraversando trent’anni di vita di László e questi, a un certo punto, viene infatti raggiunto da Erzsébet e dall'inseparabile nipote, Zsofia (Raffey Cassidy), perché un avvocato, amico di Van Buren, troverà il modo per farli ricongiungere, anche se ci sarà un'amara sorpresa: la moglie in sedia a rotelle, per una grave osteoporosi dovuta a malnutrizione. 

CHI E' IL REGISTA?

Il giovane Brady Corbet, classe '88, è un ex attore, anche da bambino, alle prese solo da pochi anni con la regia: così è iniziato il suo successo più grande: con il “The Childhood of a Leader” del 2015 (basato su un racconto di Sartre), alla 72° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato nominato miglior regista ed ha vinto per il miglior film d’esordio nella sezione “Orizzonti”; con "The Brutalist", lo scorso anno, Corbet si è guadagnato, al medesimo festival, il Leone d’argento-Premio speciale per la regia e poi, ai recenti Golden Globe, ha vinto due volte con il premio al miglior film drammatico e quello al miglior regista; miglior regista lo è stato anche agli ultimi Bafta Film Awards. Scatto di Alessandra Basile

RECENSIONE

A caratterizzare tutto il film è il ritmo, poiché è talmente ben calibrato che permette allo spettatore di entrare nella storia quasi non accorgendosene e diventando "uno di loro" ed al lungometraggio di scorrere, senza mai stancare, per ben 3 ore e mezza.

A caratterizzarlo, anche, la fotografia, la cura dei dettagli, il livello di acting e molti altri aspetti più tecnici, oltre a un cast che si muove altrettanto armonicamente.

Scatto di Alessandra Basile

Straordinaria è l’interpretazione di Adrien Brody che, vincitore ai Golden Globe come migliore attore protagonista, ora punta inevitabilmente e meritatamente alla statuetta d'oro più ambita di sempre nel mondo cinematografico. La categoria è la stessa nella quale ha vinto ai Golden e, ahimè, nella quale gareggia Timothée Chalamet, fortissimo interprete di “A complete unknown”, dove veste i panni e persino la voce di Bob Dylan. Adrien, per il suo ruolo, si è poi aggiudicato il Critics Choice Award al miglior attore.

La cerimonia degli Oscar, come sappiamo, è stata spostata per via di una Los Angeles bruciata in lungo e in largo e si terrà il prossimo 2 marzo. Chi vincerà dei due?

Il pronostico del Giornale d'Italia è che sul podio al primo posto arriverà Chalamet, grazie, in particolare, ai 40 brani di Bob Dylan cantati nel film senza mai ricorrere al playback e con il plauso di Dylan stesso. La performance di Brody è forse superiore, ma l'altra ha avuto anche la difficoltà di rifarsi a un personaggio realmente esistito e per di più tuttora vivo(!) E', dunque, assai probabile, se non certo, che l'ex prescelto di Guadagnino avrà la meglio sull'attore sopraffino del 1973 che conobbi diversi anni fa a Brera (Milano) ricevendone un'impressione piacevole, rimastami negli anni. 

CURIOSITA’

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching“The Brutalist” naturalmente fa riferimento alla c.d. architettura brutalista, diffusa nella seconda metà del ‘900 (il termine, infatti, nacque in UK nel 1954) e caratterizzata dall'utilizzo, come materiale, soprattutto del cemento armato (béton brut: cemento a vistae dalla semplicità delle forme geometriche dotate di una sorta di "vigore" architettonico.

“L'architecture c'est, avec des matières brutes, établir des rapports émouvants”[2] (Le Corbusier, 1923). 

Alcune delle scene del film sono girate in Italia, nella bella Toscana, presso i marmi di Carrara[3].

infine, nel nostro paese, la milanese Torre Velasca, seppur ascrivibile al Neoliberty, è un esempio anche di opera brutalista.

IN ARIA DI VITTORIA CON OTTIMI INCASSI

Stacy Martin nei panni di Maggie Van Buren; scatto di Alessandra Basile

In Nord America, “The Brutalist” avrebbe incassato poco meno di 15 milioni di dollari, raddoppiandolo nel resto del mondo, mentre, in Italia, l’introito si aggirerebbe sul milione e mezzo di euro. 

Il lungometraggio è candidato a 10 Premi Oscar, fra cui, anche, "Miglior film”, “Migliore attrice non protagonista" (Felicity Jones) e "Miglior sceneggiatura non originale”. Ha già ottenuto 2 Golden Globe nelle prime due categorie ed è stato premiato come “Miglior film drammatico”.

CONCLUSIONE

Adrien Brody - Bafta Film Awards; Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

Straordinari "A complete unknown" (Quello sconosciuto di Bob Dylan ("A complete unknown") interpretato e cantanto da uno Chalamet da Oscar) e “The Brutalist”, caratterizzati da grandiosità, qualità tecnica e interpretativa, sceneggiatura e realizzazione. Ma perché noi italiani non puntiamo alla vita vera invece di continuare a proporre inutili commediole con facce viste e riviste che hanno stancato? Perché non puntare alla qualità piuttosto che alla commerciabilità del prodotto? Forza Italia! Tutta l’Italia.

USCITA NELLE SALE

Il film di Brady Corbet è uscito nelle nostre sale lo scorso 6 febbraio ed è ancora in programmazione. Il mio voto: 9.

Da vedere!

Fonte/credits: Licenze creative commons, web searching

[1] https://www.traders-mag.it/bob-dylan-successi-thimotee-chalamet-a-complete-unknown/

[2] Traduzione: “L'architettura è stabilire rapporti emozionali con materiali grezzi”

[3] https://www.italyformovies.it/film-serie-tv-games/detail/7481/the-brutalist

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x