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Ghali: "Sul genocidio di Gaza troppi artisti italiani zitti per paura di essere tagliati fuori dal sistema, sono deluso"

Il rapper milenese torna sulla questione palestinese, lo fa attraverso i social riportando il suo pensiero in tre lingue, stilettate a parecchi suoi colleghi rimasti in silenzio per paura di "ritorsioni"

11 Marzo 2024

Ghali torna a parlare della questione palestinese

Ghali (foto LaPresse)

 Ghali non lascia ma, anzi, raddoppia. Senza nessun timore ritorna, via social, sulla questione palestinese un mese dopo la sua esternazione sul palco dell'Ariston che tante polemiche ha scatenato. La tempistica non è affatto casuale in quanto avviene proprio alla vigilia dell'inizio del Ramadan, il mese sacro per i musulmani che si tiene da oggi, 11 marzo, fino al 10 aprile. Dall'appello sanremese ad oggi nulla è cambiato: la tregua nella Striscia di Gaza non è stata possibile, il genocidio verso donne e bambini palestinesi prosegue nel mentre i corridoi umanitari per spedire alla popolazione stremata e martoriata cibo e medicinali resistono a fatica. La situazione rimane altamente esplosiva e non si vede luce in fondo al tunnel. Anche per questo motivo i toni usati sono forti e scritti in tre lingue, arabo, italiano e inglese: “Dove la politica strappa, gli artisti cuciono. Dove la politica alza i muri, gli artisti creano ponti. Ramadan Mubarak”.

Ghali, i messaggi di incoraggiamento, i bambini, e la voce contro lo sterminio dei civili

“Nell’ultimo mese- prosegue l'artista-ho ricevuto migliaia di messaggi di supporto da persone che nel loro piccolo in questo paese hanno il coraggio di parlare. Vedo insegnanti e bambini nelle scuole italiane finalmente parlare di quello che sta succedendo. Persone di pensiero politico completamente opposti ma uniti da questa causa. Usare la nostra voce per dire qualcosa contro lo sterminio di civili, compresi i bambini, in Palestina o per condividere le informazioni documentata da tutti i giornalisti che rischiano la vita e che l’hanno persa per mostrare al mondo questo massacro, è l’unica cosa che possiamo fare in questo momento”.

Ghali: "Deluso dalla paura di certi artisti italiani nel prendere posizione contro il genocidio di Gaza"

Poi l’affondo e l’amara constatazione: “Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like o follower? Avete più richieste di collaborazioni? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni”. Da qui una speranza: Il mese di Ramadan sta arrivando ed è il momento giusto per vivere la gratitudine che ho per dio, per tutta la gente che in questo paese ha mostrato di saper stare dalla parte giusta e che grazie alla quale non mi sono sentito solo”. Ghali affida alla parte finale del suo messaggio un invito: “Non abbiate paura di essere voi stessi e della verità, non preoccupatevi del giudizio degli altri. Siate quello che siete perché è il dono più prezioso che vi è stato dato. Il momento in cui non vi sentire parte della massa è il momento più importante per la vostra evoluzione. Non fidatevi di chi vi dice che non siete abbastanza, che non siete cool, che non potete dire quello che pensate perché rischiate di perderci. Alla fine, non si perde mai ad essere se stessi e si risparmia solo tempo verso il grande passo”.

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