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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Milano a TEATRO per riflettere sulla vita di coppia e riderci su, perché si ride su ciò che è vero. Voto: 8

Un atto unico spiritoso e ricco di spunti nati da situazioni a due perfettamente riconoscibili: ci si ritrova in lei, in lui o in loro, in una scena o in un'altra. Dal Canada all'Italia con furore, "Guida pratica per coppie alla deriva" è ancora in scena oggi. Da vedere.

12 Novembre 2023

"Guida pratica per coppie alla deriva", la commedia di Nicola Pistoia al Martinitt di Milano

Gli attori della pièce: Massimiliano Vado e Danila Stalteri. Fonte: Ph. Marta Ferro

"GUIDA PRATICA PER COPPIE ALLA DERIVA", la commedia in scena fino al 12 novembre 2023

Si tratta dell'originaria pièce canadese "Sexy Laundry", di genere romantico e campionessa d'incassi in casa, che ha debuttato in casa nel 2004, riscuotendo un immenso successo, scritta dalla pluripremiata drammaturga Michele Riml. L'opera è stata riproposta in diverse lingue in più di 20 Paesi, fra i quali il nostro, grazie all'adattamento italiano di Monica Capuani. La versione italiana, prodotta da StArt Lab, è anch'essa reduce dal notevole successo della stagione teatrale passata e ha debuttatolo scorso 9 novembre a Milano al Teatro Martinitt, che delle commedie e degli Stand up comedy fa il suo pane quotidiano, dove resterà in scena solo ancora oggi. Accorrete!

Locandina dello spettacolo al Teatro Martinitt di Milano. Fonte: ph. Alessandra Basile

La scenografia è una, una stanza d'albergo non proprio raffinata, seppure di una catena super in voga, con un grosso letto matrimoniale protagonista della scena; gli attori, affiatati e bravi, molto bravi, sono due: Massimiliano Vado e Danila Stalteri, nei panni della classica coppia che, insieme da 25 anni con 3 figli, deve rimettersi in discussione, accettando i diversi punti di vista di lui e di lei reciprocamente, se vuole uscire dall'impasse, quasi naturale, che vive.

Enrico vorrebbe restare nella comfort zone che si è inevitabilmente creata fra lui e la moglie, in quella consolidata familiarità reciproca che dà loro, quanto meno a lui, una certa sicurezza, mentre Alice, in preda al panico del tempo che passa e del confronto generazionale - temi che la società ancora maschilista in cui viviamo instilla o rafforza pesantemente, soprattutto, nelle donne, fin da bambine - vorrebbe dare un pò di sprint alla coppia, forse rinnovandola e di certo scuotendola dal rischio di "minestra riscaldata" in cui teme possa essere sprofondata.

Se lui quasi sembra essersi ritratto da fantasie erotiche e pulsioni sessuali a vantaggio dell'agio sentimentale e del calore dei valori famigliari, che procedono senza sbalzi, rassicurandolo per il futuro, lei, invece, prova la strategia della provocazione sessuale, arrivando - ed è un momento esilarante dello spettacolo - a vestire (anzi a svestire) i panni di Cat Woman sull'onda della "Wonder Woman" cui fa cenno diverse battute prima, con ciò riferendosi alle sue parti intime. Infatti, per rinsaldare il loro legame sentimentale e riaccendere l'intima connessione fra i due, in memoria di quando erano giovani e scatenati, Alice, non solo prenota la stanza d'albergo anzidetta, ma si porta dietro un libro intitolato come la commedia, sottoponendolo al marito con esercizi e, soprattutto, chiacchierate, poco da salotto e molto da analisi di coppia, che l'uomo medio (senza giudizi, semmai empatia) Enrico eviterebbe ampiamente. Alice ed Enrico si riscopriranno più innamorati di prima e forse pure più attratti che mai l'uno dall'altra; come ogni commedia che si rispetti, arriva dunque lo sperato happy ending.

I due protagonisti nella scena d'apertura della pièce. Fonte: ph. Marta Ferro

Il ritmo e le pause funzionano ottimamente. Il duo prende quota, in verità dopo i primi minuti dello spettacolo, lanciandosi anche in sguardi e complicità che escono dal testo stricto sensu, ma sempre in perfetto allineamento con i personaggi, un'intesa che questi debbono avere dopo 25 anni insieme e la situazione scenica, perciò, a maggior ragione, applausi a entrambi. Tuttavia, chi la fa da padrone è la regia - lo dico da attrice - poiché il risultato del lavoro dei due ottimi interpreti è frutto di una maestria nel dirigerli; il regista è la figura più importante in un film e, forse soprattutto, in uno spettacolo teatrale, dunque altrettanti, se non di più, applausi a Nicola Pistoia, che ha saputo cesellare il testo già di per sè eccellente con destrezza e raffinata oculatezza.

Questa pièce fa ridere sì, ma perché? Perché quando escono fuori verità, piccole o grandi, e ci si riconosce o si sa di cosa si sta parlando, è inevitabile piangerci o, appunto, riderci su. Si prende coscienza in leggerezza, si ride in modo liberatorio, si empatizza con lui, con lei o con entrambi. Si esce contenti dalla visione di "Guida pratica per coppie alla deriva", cui critico solo il titolo italiano, che, come spesso capita, non è migliore dell'originale, e, al tempo stesso, auguro lunga vita.

I due protagonisti agli applausi finali. Fonte: ph. Alessandra Basile

LA PAROLA AL REGISTA

“Guida pratica per coppie alla deriva” può essere considerata una commedia romantica. In un’epoca in cui si parla di parità fra i sessi, di crisi del maschio, sarebbe molto utile mettersi concretamente nei panni della persona che si ama per conoscerla veramente, rispettarla di più e ammettere i propri errori perché la verità è che ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Mi auguro che le coppie che vedranno la commedia avranno più empatia fra di loro: c’è chi ha detto che “sono le piccole cose che diamo per scontate che ci allontanano ogni giorno”. “Guida pratica per coppie alla deriva” è una commedia che parla d’amore. Per potersi veramente capire a volte si dovrebbe riflettere di più sui bisogni di chi ci sta accanto. Un pensiero semplice eppure così difficile da mettere in pratica ma che io insieme a Massimiliano e Danila vogliamo presentare al pubblico. (Nicola Pistoia)

I due protagonisti in una scena dello spettacolo. Fonte: ph. Alessandra Basile

CONCLUSIONE

Lasciatemi aggiungere "W il teatro!", perché lo spettacolo dal vivo - lo dico da redattrice che recensisce, in particolare, film e, ogni tanto, il live show e lo dico da attrice che lavora, soprattutto, sul palco, anche perché il cinema italiano è di difficile accesso a chi non è abbastanza noto e, in questo secolo, rifugge erroneamente (è proprio un'ignoranza) dalla vera palestra di un attore, appunto il palcoscenico - dà al pubblico molto di più di qualsiasi proiezione sul grande schermo; tu spettatore sei lì con il cast, sei nella storia, sei uno di loro. 

I due attori agli applausi finali. Fonte: ph. Alessandra Basile

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