Festival di Sanremo: Zelensky stava per dire no. Retroscena

Una cosa è sicura: Giorgia Meloni non sta facendo una gran figura con l'Ucraina di Mr. Zelensky. E c'è anche lo zampino del Festival di Sanremo in tutto questo: già perchè a quanto siamo in grado di rivelare Zelensky la scorsa settimana era ad un passo dal dire no alla sua "partecipazione" al Festival: "Troppo grande l'irritazione per essere passato dall'intervenire in diretta (la prima ipotesi ventilata dall'ambasciata Ucraina) ai due minuti registrati sotto supervisione di viale Mazzini (ipotesi che non gli era piaciuta ma che aveva accettato di buon grado) al messaggio scritto letto da Amadeus, ipotesi accettata ma di malavoglia dal leader Ucraino", spiegano fonti diplomatiche vicinissime al dossier. Poi, ad indispettire Volodymyr ci si sono messe pure le polemiche sui giornali e quelle in parlamento. Forza Italia e Lega non lo volevano a Sanremo e lo hanno fatto sapere a Giorgia Meloni per le vie brevi, contattando direttamente palazzo Chigi. Insomma, la presenza di Zelensky a Sanremo stava per saltare, recuperata all'ultimo momento solamente grazie ad un compromesso (al ribasso) ottenuto con la lettura del messaggio da parte di Amadeus.

Un capitolo a parte va dedicato a Sergio Mattarella: il Capo dello Stato sarebbe dovuto intervenire in presenza il sabato, proprio in concomitanza dell'intervento del leader Ucraino Zelensky, Ma poi, vista la riduzione del tutto a "messaggino" ecco che il Capo dello Stato ha preferito il martedì sera "giocando" la carta della Costituzione. Da qui, come scrive Dagospia in un Dago-retroscena, il repentino arruolamento di Roberto Benigni per celebrare i 75 anni della Costituzione italiana. Il resto è storia.