Sylvester Stallone batte cassa e chiede i diritti su Rocky

La storia risale a 46 anni fa. Era il 1976, quando nelle sale americane uscì un film sulla boxe, interpretato da un semisconosciuto attore italoamericano. Il film si chiamava Rocky e il protagonista Sylvester Stallone, o più familiarmente Sly. Realizzato in appena ventotto giorni con un budget di 1,1 milioni di dollari, ne incassò al botteghino 225 dando vita ad una fortunatissima serie composta da cinque sequel e due spin-off. Complessivamente tutta la saga ha incassato quasi tre miliardi di dollari, collocandosi al 12esimo posto nella classifica mondiale dei più grandi successi al botteghino. E quanto entrò nelle tasche di Stallone? L'artista venne pagato 75mila dollari per aver scritto la sceneggiatura e recitato, oltre ad ottenere due candidature agli Oscar. Insomma, tanta gloria, mentre la pellicola, oltre ai soldi, ottenne tre statuette: tra cui quello per la miglior pellicola e miglior regia. Ma non finisce qui. Ora Sylvester, a 76 anni appena compiuti, ha deciso di riaprire il capitolo legato a immagini, storie e personaggi del leggendario pugile e della successiva serie di Creed. Al di là dei compensi ricevuti come protagonista, l'attore non percepisce nessun introito legato allo sfruttamento del mondo dal lui stesso creato. Stallone ha rivolto un appello pubblico al produttore Irwin Winkler, 93 anni, che da sempre possiede il copyright su Rocky. Su Instagram Sly ha scritto ‘mi piacerebbe davvero ricevere almeno quel che è rimasto dei miei diritti, prima che vengano passati soltanto ai tuoi eredi. Credo che sarebbe un leale gesto, giusto? È una questione dolorosa che mi divora l'anima, perché vorrei lasciare qualcosa di Rocky ai miei figli".