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#DIMALEINBINI. Sono nipote e figlio di ristoratori ed è una gran fortuna. Ecco perchè

Ieri sera, ho portato mia nonna a cena fuori, al ristorante di mio padre in centro a Grosseto. Ho avuto un bel dejà vu legato a mio nonno (che purtroppo non c’è più)

21 Maggio 2022

#DIMALEINBINI. Sono nipote e figlio di ristoratori ed è un gran fortuna. Ecco perchè

Ieri sera, sono arrivato al ristorante di mio padre con mia nonna intorno alle 20:30. Oltre alla sala piena (fortunatamente), c’era mia zia Francesca con due amiche e le mie cugine, in piena fase adolescenziale, attaccatissime ai loro smartphone; dopo poco, arriva mia zia Silvia con un amico. Francesca e Silvia sono le sorelle “del mi’ babbo”. Mancava solo mio zio Riccardo, fratello minore di mio padre, e la famiglia era riunita. Al di là delle diatribe che attanagliano ogni famiglia, ho pensato tutta la sera a quanto la storia si ripeta se si mantengono certe tradizioni e dinamiche equilibrate, ed è in mezzo a questi pensieri che ho avuto un dejà vu.

Mio nonno Giancarlo era un tipo molto particolare, un serissimo professionista, simpatico ma anche un po’ burbero, che faceva figli e figliastri con gli stessi figli, come con i nipoti. Si vedeva lontano kilometri la sua preferenza per questo figlio o per quel nipote, ed io in questa situazione ci ho sempre navigato bene perché sono il primo “erede”, l’ho vissuto tanto, l’ho amato alla follia, ci ho discusso pesantemente, ho lavorato dodici stagioni estive nel suo ristorante, imparando le basi del mio lavoro di comunicatore (alcuni clienti erano snobbissimi e dovevi avere una pazienza incredibile); in sintesi, a me voleva particolarmente bene e quando gli ribadivo che ero il suo nipote preferito, non mi diceva di sì ma mi guardava e annuiva con la testa, poi mi abbracciava, come a dire “sono troppo orgoglioso per spiattellartelo in faccia ma è così”.

Perché questo preambolo? Perché l’albergo e i ristoranti di mio nonno sono stati sempre un via vai di parenti, amici e conoscenti, dove tutti hanno mangiato gratis o a prezzo modico. Mio nonno faceva finta che non gli facesse piacere avere l’amore intorno a sé, lanciando battute come “ognuno a casa sua!” e “prima di venire a cena da me, fate una bella merenda”, invece gli faceva piacere eccome; rideva, discuteva, s’infuriava, parlava di enoteche, di politica, di amicizia e tanto altro. Mio babbo, in questo, è molto simile; quando sono a Grosseto, sfrutto il ristorante di mio padre per aperitivi e cene di lavoro, dove i miei ospiti non pagano quasi mai o un prezzo decisamente agevolato. Idem, per il locale di mio zio Riccardo a Orbetello. Questo mi rende un nipote e figlio molto fortunato perché il ristorante, prima di mio nonno e ora di mio padre e di mio zio, mi fa sentire coccolato, protetto e mi dà la sensazione che la personalissima storia della famiglia Bini continui. Di fatto, è così.

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