08 Aprile 2022
Alcune reti, come Rai2 e Rai4, sono da rifondare, alcune da limare, altre ancora da tenere come sono oggi perché garantiscono ascolti, ma in tutto questo qualcosa stona; si parla del day time. In questi giorni, Antonio di Bella ha incontrato Leonardo Pasquinelli, Silvio Capecchi, Mia Ceran e altre starlette; si presume che nei prossimi giorni incontrerà altri produttori, manager, autori e conduttori, tutti alla ricerca di un posto al sole. Se avranno un posto nel cuore di qualche politico (di sinistra, s’intende), forse avranno qualche chance.
Nessuno può discutere sulla serietà e professionalità dell’ex direttore del Tg3 e di Rai3, ciò che non va è il suo ruolo. Cosa c’entra Antonio Di Bella con l’intrattenimento, con le fasce in day time, con gli ascolti da monitorare e con palinsesti da far tornare? Si sa, Di Bella è una nomina politica, ma il suo ruolo è del tutto fuori posto e questo farà male a lui, alle reti e a tutta la Rai. Vista anche l’età, se voleva concludere con il botto in Viale Mazzini, non ci riuscirà e a stretto giro ne uscirà con le ossa a pezzi.
Certamente, ci metterà la buona volontà, si saprà far consigliare, ma non potrà mai competere con uno Stefano Coletta, Pierluigi Colantoni o Mario Orfeo, semplicemente perché si è scelto (o gli hanno imposto) una figura professionale non sua. In mondi, come la Rai e il settore dello spettacolo, in cui nessuno perdona niente, il buon sinistrorso di Di Bella dovrà fare molta attenzione a non inanellare un flop dietro l’altro; farebbe bene a ricordarsi di Carlo Freccero e Ludovico di Meo, i quali fino a che non sono arrivati ai vertici erano considerati uomini dai mille successi.
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