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#DIMALEINBINI. Vi racconto la tv dorata di Edmondo Conti

Il mitologico produttore esecutivo di Endemol ha inventato un format-podcast con protagonisti della televisione anni ’80 e ’90

21 Marzo 2022

#DIMALEINBINI. Vi racconto la tv dorata di Edmondo Conti

Partiamo da un presupposto: anche se Edmondo Conti professionalmente non mi ha mai calcolato, per me (come per tanti che fanno il mestiere della tv, che sia autore, creativo o conduttore) resta un punto di riferimento importante, per la sua storia prima in Mediaset poi in Endemol, ed infine per la profonda conoscenza del piccolo schermo. Quest’ultima cosa è quella che ci accomuna di più; dai podcast che conduce, e che potete trovare sul sito di Radio Deejay sotto la tendina Una tv tutta d’oro, come il libro che ha scritto qualche anno fa, ho scoperto molti aneddoti di una tv che ho vissuto solo in parte. Di altri, ne sapevo, mentre di altri ancora conoscevo una versione diversa. Avevo 3 anni, i miei genitori poco più di 20, i miei nonni poco più di 40 e la televisione era la mia più grande compagnia; tra quiz, cartoni animati, sigle, telefilm e quelle letterine spedite a Palazzo dei Cigni, 20090, Milano2, Segrate, è cresciuta la passione per la tv, che poi sarebbe diventato il mio mestiere. Ho avuto e ho accanto tanti validi maestri a cui ho rubato tutto quello che potevo rubare: il buon Gigi Reggi, lo spigoloso Adriano Bonfanti, il crepuscolare Lucio Presta, gli instancabili Barbara D’urso e Andrea Pucci (direttore di Studio Aperto-Tg4-Tgcom-Sport Mediaset-Radio Mediaset), indirettamente il genio di Alessandra Valeri Manera e infine i miei impresari Fernando e Silvio Capecchi. Questi, quelli che mi hanno lasciato il segno, ma potrei citarne a decine.

Per chi come me fa tv, o la ama semplicemente scrivendone o criticandola, quei podcast sono dei gioielli, dei cimeli, dei pezzi di cultura televisiva d’ascoltare con moltissima attenzione. Strepitosa l’intervista a Gerry Scotti o Marco Balestri, imperdibile quella a Fatma Ruffini, curiosa quella a Susanna Messaggio, istruttiva quella a Corrado Tedeschi, intrisa di malinconia quella a Enrica Bonaccorti, mi ha stretto le corde del cuore quella a Carlotta Pisoni Brambilla, conduttrice per 11 anni di Bim Bum Bam. E non finisce qua, avrebbe detto qualcuno.

Ho incontrato Edmondo Conti per la prima volta a Roma, esattamente 10 anni fa, nella sede di Endemol in via Monte Zebio; era il 2012, avevo 26 anni, mi ero da poco trasferito a Milano, dopo 8 anni passati a Siena tra Laurea Triennale e quella Specialistica. Venivo già da esperienze aziendali e giornalistiche toste ma di televisivo avevo solo la passione; lo ricordo come una persona accomodante, buona, professionale, di quelli che si mette al tuo pari per comprendere ciò che sei e dove vuoi arrivare. Da lì, ci siamo visti una volta a Cologno e un altro paio di volte a Milano2 per fare colazione, parlare di tv e non solo; Edmondo ama Milano2 e dai suoi podcast, questo quartiere, ricorre spessissimo. Mi mancano quelle colazioni.

Consiglio a tutti di ascoltare questi podcast; brevi e intensi, si sente tutta la passione e l’amore per la televisione che ha accompagnato e accompagna il buon Edmondo, il quale si meriterebbe qualche posizione professionale in più. In fondo, credo ci speri anche lui.

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