02 Dicembre 2021
Matteo Bassetti (https://www.facebook.com/MatteoBassettiofficial)
Ormai quando un telespettatore guarda la tv e s’imbatte in talk dove parla un virologo, o cambia canale perché non ne può più di sentir parlare di Covid oppure si ferma qualche secondo per sentire l’ennesima versione di come si può combattere il virus; talvolta, tra indiscrezioni gossippare e litigate, questi medici mettono sul piatto un circolo mediatico non da poco, tra il trash e la Barbara D’urso che fu.
Per spirito di protagonismo, divenuto ormai una malattia, i virologi padroneggiano talmente tanto bene il mezzo televisivo da rubare spesso la scena al conduttore, poiché loro sanno informazioni che gli altri non posso acquisire, avere news che un team autorale non può conoscere e spesso vanno d’improvvisazione, spesso strabordando. La cosa che desta più perplessità sono le verità, o le bugie, che talvolta vengono fuori dalle bocche di questi medici, ormai mediatici; basta accendere la tv a qualsiasi ora e ci ritroviamo, in ogni canale generalista, dottori che dicono tutto e il contrario di tutto, scadendo in un brutto qualunquismo che fa male al programma che li ospitano e all’informazione in generale.
Ormai, sempre più spesso accade che, per motivi politici, per accordi di sottobanco, per studi in città diverse, un virologo dica cose divergenti dall’altro, approcci un problema in maniera radicalmente differente, spiazzando il telespettatore, già frastornato dalla miriade d’informazioni in merito, e il mondo scientifico (quello serio, che non va in tv a fare il circo). I virologi, anche quelli apparentemente più seri, ormai non sono visti come sinonimo di sicurezza e serietà ma come facenti parte di un sistema massmediatico, che li costringe a sottostare alle regole della tv e non più a quelle della medicina. Molti dicono che i conduttori istigano l’ospite ma loro fanno semplicemente il proprio mestiere; sono i medici che devono svolgere il lavoro con serietà senza farsi prendere da protagonismi e giochetti trash, poiché c’è il rischio che la trasformazione in concorrente da reality sia dietro l’angolo.
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