14 Agosto 2021
Piera Degli Esposti ha lasciato un grandissimo vuoto nel mondo del cinema, del teatro e della letteratura: icona di stile dal talento universale, tutti la ricordano per la sua bravura e per il suo immancabile foulard.
L'attrice si è spenta il 14 agosto 2021 presso l'ospedale Santo Spirito di Roma, dove era ricoverata dal primo giugno per complicazioni polmonari.
La notizia della morte di Piera Degli Esposti ha colpito il mondo del teatro e del cinema italiano. L'attrice era super apprezzata da pubblico e colleghi. Durante la sua carriera lavorò con i più grandi artisti, da Pasolini a Tornatore a Lina Wertmuller.
Quando si pensa a lei, non si pensa solo ai suoi film ma anche al foulard che non mancava mai in ogni suo outfit. Era infatti presente anche in una delle ultime interviste. Lo portava in diversi colori, spesso anche eccentrici, sempre con il fiocco sulla sinistra.
Nata a Bologna il 12 marzo 1938, ha lavorato con Antonio Calenda, Giancarlo Cobelli e Ida Bassignano nel teatro. Ha poi attraversato l'avanguardia con Carmelo Bene ed è stata diretta dai fratelli Taviani, Pier Paolo Pasolini, Lina Wertmüller e Giuseppe Tornatore nel cinema, Riccardo Milani e Giacomo Campiotti in tv. Vinse il David di Donatello per "L'ora di religione" (2002) di Marco Bellocchio e "Il divo" (2009) di Paolo Sorrentino.
Nel 1980 ha collaborato con la scrittrice Dacia Maraini al libro "Storia di Piera", ispirato ai fatti della sua infanzia, da cui nel 1983 è stato tratto il film omonimo diretto da Marco Ferreri, con cui ha stretto un lungo sodalizio. Dopo essere stata respinta dall'Accademia di arte e drammatica, Piera Degli Esposti si butta anima e corpo nella recitazione, esordendo con Antonio Calenda, Gigi Proietti e Nando Gazzolo al Teatro dei 101, dove interpreta un ruolo maschile in "Dieci minuti a Buffalo" (1968). Si affermò come prima attrice al Teatro Stabile dell'Aquila, interpretando "La figlia di Iorio" (1971), "Antonio e Cleopatra" (1974) e "Molly cara" (1978, Premio Ubu come miglior attrice). Nel frattempo aveva ottenuto una piccola parte nello sceneggiato televisivo di Edmo Fenoglio "Il Conte di Montecristo" (1966).
Piera Degli Esposti esordì cinematograficamente nel film di Gianfranco Mingozzi "Trio" (1967), poi lavora in "Questi fantasmi" (1967) di Renato Castellani e alterna ancora una volta la tivù alla settima arte, partecipando allo sceneggiato "Il Circolo Pickwick" (1968), di Ugo Gregoretti. Particolarmente amata da Pier Paolo Pasolini, recita per lui una piccola parte in "Medea" (1969), così come similmente farà per i fratelli Taviani, che la vogliono nel cast di "Sotto il segno dello scorpione" (1969). Non disdegna neanche i b-movie italiani dei primi anni Settanta, come ad esempio "Bisturi - La mafia bianca" (1973) di Luigi Zampa. Contemporaneamente, a teatro, continua a mietere grandi successi in "Elettra" e "Rosmersholm" (Premio Ubu come miglior attrice), entrambi del 1980. Nello stesso anno Dacia Maraini, sua grande amica, racconta la sua infanzia anticonformista e tragica nel romanzo "Storia di Piera" (prima edizione da Bompiani, poi ristampato da Bur Rizzoli). In seguito, lavora in "Assolo", "La più forte" e "Adelchi" con la collaborazione di Carmelo Bene. Diretta da Nanni Moretti in "Sogni d'oro" (1981), è protagonista del film di Cinzia Th. Torrini "Giocare d'azzardo" (1982). Poi avviene il fatidico incontro con Marco Ferreri che, innamoratosi totalmente di questa grande artista, la impiega non tanto come attrice, ma come sceneggiatrice per due dei suoi migliori film: la trasposizione cinematografica di "Storia di Piera" (1983) e "Il futuro è donna" (1984). nello stesso periodo si lega artisticamente a un altro grande nome del cinema, la regista Lina Wertmüller, che la dirigerà in "Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante di strada" (1983), con Ugo Tognazzi, "Il decimo clandestino" (1989) e "Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica" (1996). Dopo essere stata Perpetua nello sceneggiato tv "I promessi sposi" (1989), duettando con Alberto Sordi nel ruolo di Don Abbondio, lavora sul palcoscenico del Living Theatre, poi porta nei teatri italiani "Lo zoo di vetro", "Madre Coraggio", "La musica dei ciechi", "Prometeo" e "Stabat Mater", dove interpreta una Madonna dei bassifondi.
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