09 Novembre 2021
Fonte: Facebook
I parchi e le periferie di Milano e Monza, come qualsiasi zona verde - compresi i cimiteri - sono stati colonizzati da animali "estranei" al nostro ecosistema, come pappagalli, scoiattoli grigi nordamericani e nutrie. Ma non solo, sul Naviglio Martesana, lungo la ciclabile che parte da via Padova, a un certo punto si possono ammirare anche qualche tartaruga a mollo nel canale artificiale. Ma se queste ultime possono rientrare nella categoria degli animali "domestici" lasciati a se stessi - senza troppe possibilità che si riproducano o che si allontanino dalla zona in cui sono state lasciate, gli altri animali sono diventati endemici. Ecco come sono arrivati in Italia (e perché potrebbero essere un problema per la fauna locale).
Iniziamo dai pappagalli. Questi ovviamente sono scappati - negli anni - dalle voliere dei lombardi e, alla fine, si sono adattati a vivere in mezzo a rondini e passerotti. Sovente, sempre lungo il Naviglio Martesana, in particolare a Cernusco sul Naviglio, nella zona del Parco dei Germani, è possibili imbattersi in interi stormi che volano da un albero all'altro. E non si tratta di una sola specie, ma di più specie. Più coppie di diverse specie che hanno nidificato sugli alberi del parco e che sono diventati ormai endemici. I più comuni da incontrare sono i parrocchetti, che con i loro fischi, svegliano ogni mattina gli abitanti delle case nei pressi. Da qualche tempo però sono stati notati anche esemplari di Calopsite, sia maschi che femmine, e coppie di inseparabili.
Per quanto tali pappagalli siano belli da vedere (come per esempio il giovane esemplare di Calopsite in foto), danno però molti problemi. Innanzitutto, sebbene siano carini, sono da considerarsi aggressivi e minacciano il quieto vivere di passeri e rondini. Certo, per il momento, queste ultime due specie difficilmente potrebbero essere minacciate, dato che sono ben più diffuse e "integrate", ma un domani chissà. Privi di predatori naturali, i pappagalli potrebbero diffondersi ulteriormente fino ad andare a rompere l'equilibrio naturale.
I pappagalli, infatti, hanno dimostrato una grande capacità di adattamento, tanto che ormai sono in grado di superare l'inverno e riprodursi.
A Milano, inoltre, sono stati segnalati anche esemplari di altre specie in libertà: ara e amazzoni, di cui sono stati recuperati alcuni pulli (i piccoli dei pappagalli) nella cavità del tronco di un albero nei giardini di Porta Venezia. Quindi in pieno centro di Milano. Insomma, pappagalli polentoni.
Come i pappagalli, anche le nutrie - roditori simili a piccoli castori - sono scappati da allevamenti o da case private. Hanno trovato, nella periferia di Milano, un ambiente adatto e qui si sono riprodotte. A differenza dei pappagalli, questi animali però si stanno dimostrando più pericolosi. Molti esemplari vivono vicino a corsi d'acqua e a fogne (nel già citato Naviglio Martesana è impossibile camminare per più di un quarto d'ora senza imbattersi in almeno un esemplare). Non si fanno avvicinare e, qualora qualcuno dovesse incappare in uno di essi potrebbe rischiare di venire morso. Non sarebbe una ferita da nulla, dato che le nutrie hanno denti enormi. Ma il problema principale sarebbero le malattie, come la rabbia, che questi roditori potrebbero attaccare al malcapitato.
Anche il loro proliferare sta scatenando problemi. Al Cimitero Maggiore e in altri luoghi di sepoltura attorno a Milano e Monza i castorini scavano tane che vanno spesso a minacciare gli stessi loculi. Attorno ai corsi d'acqua, invece, stanno dando qualche problema alle specie locali, in quanto vanno spesso a distruggere loro nidi o tane. Non essendoci specie naturali in grado di tenere le nutrie sotto controllo, presto potrebbero diventare un problema serio, anche se per il momento non si sta prendendo in considerazione l'idea di abbattere qualche esemplare.
Discorso a parte per gli scoiattoli grigi nordamericani. Nella tranquilla Cassina de' Pecchi, paese residenziale alle porte di Milano, si vedono spesso saltellare di qua e di là in mezzo alle macchine, nei parchi giochi e negli orti. Qui gli scoiattoli non sono arrivati per colpa di qualche padrone distratto. Molto più probabilmente sono arrivati in aereo, viaggiando - un po' come i topi o i ratti -, nella stiva riservata ai bagagli. Troppo fragili - a differenza dei topi o dei ratti - per sopravvivere a bordo di una nave in mare per molti mesi, sono però in grado di cavarsela in un viaggio in aereo di mezza giornata.
Atterrati a Malpensa, dunque, si sono pian piano distribuiti in tutto il contado milanese. E non solo. Sono arrivati anche a Bergamo, Brescia e Monza. Ma qui non si tratta solo di un problema italiano. Tutta l'Europa sta affrontando il "dramma" degli scoiattoli grigi che stanno rapidamente scalzando i cugini rossi, meno resistenti e meno abituati a una forte competizione per il cibo.
Anche qui c'è poco da fare. In passato c'è stato chi ha proposto di abbatterli, ma non è mai stato ascoltato. Effettivamente, se gli scoiattoli grigi hanno "imparato" come arrivare qui dal Nord America, ci sono poche possibilità di riuscire nell'impresa di scacciarli con "l'uso delle armi". Forse bisognerebbe permettere alla Natura di compiere le correzioni che più le aggradano, intervenendo il meno possibile.
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