26 Settembre 2025
Roma, 26 set. (Adnkronos Salute) - "La Fondazione è nata vent'anni fa, in occasione del settantesimo anniversario dell'azienda Chiesi, un momento in cui Paolo e Alberto Chiesi, insieme ad altri membri della famiglia, hanno deciso di rendere ancora più concreto il connubio tra business ed etica e quindi dare una dimostrazione tangibile, mettere in pratica la responsabilità sociale d'impresa e la visione che hanno sempre avuto: un'impresa al servizio dello sviluppo della società". Lo ha detto Maria Paola Chiesi, presidente di Paolo Chiesi Foundation, all'evento per la celebrazione dei 20 anni di attività che si è svolto nell'headquarters della farmaceutica, a Parma, spiegando all'Adnkronos Salute che l'intestazione della Fondazione a Paolo Chiesi è "per ricordare e onorare la memoria del nostro presidente" e fondatore che ha guidato questa realtà filantropica "per 15 anni e ha sempre creduto in noi, ci ha sempre sostenuto, ci ha incoraggiato ad amare la vita, a studiare, a essere coraggiosi. Ricordare la sua memoria - sottolinea - significa trasmettere i suoi valori al futuro, alle nuove generazioni, a chi verrà dopo di noi e continuerà la missione della Fondazione. E' sì un modo per ricordare il passato, una persona che ci ha lasciato lo scorso anno, ma è anche un proiettare nel futuro il suo ottimismo e la sua visione".
Il legame con l'Africa "nasce per certi versi casualmente, da un incontro inatteso, di quelli che regala la vita, con il neonatologo Paolo Villani - racconta la presidente - Ma nasce anche dalla grande esperienza che l'azienda aveva sviluppato, in particolare in neonatologia. In Africa il bisogno di cure, di qualità neonatali essenziali e di accesso alle cure è molto forte. Proprio per questo la Fondazione si è concentrata sull'Africa: era lì che potevamo mettere meglio a frutto tutte le nostre conoscenze, le nostre esperienze, il network con i medici e con il mondo della scienza".
In 2 decenni di vita ci sono stati "tanti traguardi, ma anche tanti fallimenti e tanti apprendimenti - rimarca Chiesi - La cosa più importante è ascoltare, capire il contesto, non pensare di avere la verità in tasca, non essere presuntuosi. Questo è forse il traguardo più grande che abbiamo raggiunto in questi vent'anni: avere un approccio che si pone in ascolto, a servizio degli altri, senza voler imporre nulla a nessuno".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia