04 Settembre 2025
Oms, fonte: imagoeconomica
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme sulla salute mentale, soprattutto dei più giovani. Infatti, secondo il report del 2024, oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo soffrono di disturbi psichici, soprattutto ansia e depressione. Gli esperti hanno subito ipotizzato come questi possano derivare, in modo particolare negli adolescenti e nei giovani adulti, dalla cosiddetta pandemia e dalle misure restrittive della libertà personale del lockdown durante il "periodo Covid", che ha impedito loro di fare esperienze e di stare insieme ai propri coetanei.
Oltre un miliardo di persone nel mondo soffre di disturbi mentali, soprattutto ansia e depressione. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei rapporti World mental health today e Mental health atlas 2024. Nonostante la portata del fenomeno, la spesa pubblica destinata alla salute mentale resta ferma al 2% dei bilanci sanitari, una cifra ritenuta “drammaticamente insufficiente” dagli esperti.
Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che “trasformare i servizi di salute mentale è una delle sfide più urgenti per la salute pubblica”. Ogni anno, ricorda l’Oms, oltre 700 mila persone si tolgono la vita a causa del disagio psichico.
Secondo i dati, i disturbi d’ansia colpiscono il 4,4% della popolazione mondiale, seguiti dalla depressione (4%). Ma a preoccupare è soprattutto l’impatto tra i giovani. Negli ultimi anni, la diffusione di sintomi depressivi e ansiosi tra adolescenti e under 30 è cresciuta in modo significativo. Le cause, secondo diversi specialisti, vanno ricercate anche in due fattori chiave: la cosiddetta pandemia di Covid e l’uso massiccio e spesso incontrollato delle tecnologie digitali.
Il lockdown, con le scuole chiuse, l’isolamento sociale e l’incertezza sul futuro, ha inciso profondamente sul benessere psicologico delle nuove generazioni. A ciò si è aggiunta una dipendenza crescente da smartphone, social network e videogiochi, che hanno alimentato ansia, solitudine e disturbi del sonno. Il fenomeno, dicono gli psicologi, è ormai strutturale: molti ragazzi trascorrono oltre 7-8 ore al giorno davanti agli schermi, sostituendo esperienze reali con relazioni virtuali spesso superficiali.
Le differenze di genere restano marcate: le donne risultano più vulnerabili a depressione e ansia, mentre negli uomini sono più diffusi disturbi dello sviluppo intellettivo, dello spettro autistico e dell’attenzione (Adhd).
L’Oms invita i governi a investire con decisione in prevenzione, educazione digitale e servizi di supporto psicologico. “La salute mentale – ricorda Ghebreyesus – non è un privilegio, ma un diritto fondamentale di tutti”.
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