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Vaccino Covid, infarto 2 mesi dopo il siero Pfizer, 40enne pugliese chiede risarcimento di 100mila € all'ASL, la perizia: "Nesso causale per concausa"

L’infarto si sarebbe verificato dopo la seconda dose di Pfizer, in coincidenza con un picco immunitario maggiore

07 Luglio 2025

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Covid vaccino (fonte foto Lapresse)

Un bracciante agricolo di 40 anni di Oria ha deciso di citare in giudizio l’ASL di Brindisi, chiedendo un risarcimento di 100mila euro, sostenendo che un infarto subito due mesi dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino anti-Covid Comirnaty (Pfizer-BioNTech), somministrata il 9 luglio 2021, sia stato causato, o almeno con-causato, dal vaccino stesso.

Vaccino Covid, infarto 2 mesi dopo il siero Pfizer, 40enne pugliese chiede risarcimento di 100mila € all'ASL, la perizia: "Nesso causale per concausa"

Il legale del 40enne, l’avvocato Fabrizio Del Vecchio del foro di Taranto, ha dichiarato che una perizia specialistica dimostrerebbe che il vaccino “abbia agito da concausa nell’infarto miocardico”, provocando un danno biologico al suo cliente, che si attesterebbe sul 25%, con ripercussioni anche sulla sua capacità lavorativa. Il bracciante lamenta infatti una persistente facile stancabilità anche dopo sforzi minimi.

Il consulente tecnico di parte, il dottor Luigi Di Gesù, ha spiegato nella sua relazione che, nel caso di danno, non è necessario che il vaccino sia l’unica causa. È sufficiente che il vaccino abbia avuto un ruolo significativo nell’evento, come stabilito dalla giurisprudenza consolidata e in conformità con l’articolo 41 del codice penale, che prevede il concorso di cause, anche preesistenti, se hanno contribuito in modo rilevante all’accaduto.

È emerso che l’uomo soffriva di una vulnerabilità cardiaca preesistente, con una diagnosi di cardiomiopatia, diabete e dislipidemia, condizioni che tuttavia non avevano mai causato eventi ischemici acuti documentati prima della vaccinazione. L’infarto si sarebbe verificato dopo la seconda dose di Pfizer, in coincidenza con un picco immunitario maggiore.

Nel suo referto, il dottor Di Gesù ha aggiunto: “In medicina legale, un evento acuto che segue un trattamento su un organismo predisposto configura un nesso causale per concausa. Il vaccino potrebbe non essere stata l'unica causa, ma potrebbe aver attivato o accelerato il processo ischemico latente, provocando un evento che altrimenti si sarebbe potuto evitare in quel momento.”

In Italia, il rapporto AIFA 2021 sugli eventi avversi legati alle vaccinazioni anti-Covid ha registrato 256 casi di miocardite post-vaccino (2,7 casi per milione di dosi) e 443 casi di pericardite post-vaccino (4,1 casi per milione di dosi). Questi eventi si sono verificati prevalentemente nei giovani maschi e generalmente entro 1-3 settimane dalla somministrazione del vaccino.

La questione ora passa nelle aule giudiziarie, dove si cercherà di stabilire se ci sia effettivamente una correlazione causale tra il vaccino e l'infarto subito dal bracciante, nonché la responsabilità dell’ASL nel caso in esame.

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